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La sindaca Chiara Frontini e il marito, Fabio Cavini, non andranno a processo.
Accusati di minacce a corpo politico nella vicenda della famosa cena dei veleni, sono stati prosciolti con formula piena dal gup Fiorella Scarpato all’esito dell’udienza preliminare che si è tenuta ieri. In aula era presente solo il marito, assistito dall’avvocato Giovanni Labate, mentre la sindaca, fuori Viterbo per impegni istituzionali, era rappresentata dai legali Francesco e Roberto Massatani.
Moglie e marito erano finiti al centro delle indagini partite dopo la denuncia sporta a dicembre dell’anno scorso dal consigliere Marco Bruzziches presente ieri mattina in aula.
Lo stesso, sua moglie, difesi dall’avvocato Stefano Falcioni, e la consigliera Laura Chiatti, tirata in ballo nella conversazione di quella cena e assistita dall’avvocato Enrico Valentini, ieri erano presenti come presunte parti offese.
Questo, nel corso di una cena che si è tenuta a settembre dell’anno scorso a casa di Bruzziches, Fabio Cavini si sarebbe rivolto al consigliere dicendo, tra l’altro: “Se io voglio fare male, capisco chi del tuo stato di famiglia è più debole e poi vado a colpire quella persona” e ancora “purtroppo io sono la sua anima nera ed è per questo che sono molto odiato, perché a volte devo fare delle cose anche molto brutte”.
Durante la conversazione Cavini avrebbe indicato la ex presidente del consiglio comunale Letizia Chiatti come “nemico numero uno” e avrebbe paventato possibili ritorsioni contro di lei.
Secondo la procura, la sindaca Frontini, pur intervenendo brevemente, avrebbe aderito alle parole del marito. Per questo il pm, Massimiliano Siddi, ha lui e per la sindaca ma il gup ha ritenuto che non fosse sussistente la fattispecie della minaccia a corpo politico e ha prosciolto con formula piena moglie e marito.
La sindaca, dal canto suo, ha sempre respinto le accuse che le sono state mosse.
Non è escluso che ora possa intraprendere, a sua volta, azioni civili risarcitorie.