CIVITAVECCHIA –  Hanno un’età che varia generalmente dai 40 ai 70 anni, si conciano alla Tadej Pogacar arrivando a spendere fior di quattrini per un abbigliamento sportivo in grado di fare invidia agli amanti di Rapha, Santini o Maap, lasciano un paio di stipendi consistenti oppure pensione e tredicesima a chi è in grado di vendere loro una discreta bicicletta da corsa e poi via, in sella, a pedalare su strade totalmente inadeguate sentendosi ciclisti professionisti. Così in pieno centro, sull’Aurelia, in via Tirso e sulla Braccianese Claudia, non è insolito incontrare il temutissimo gruppo, incoscienti che anziché rispettare le regole del codice della strada, pedalano in maniera compatta, sentendosi per qualche ora in una tappa del Giro d’Italia. Non hanno le attitudini del ciclista, ma sono amatori pericolosi, che anziché favorire gli automobilisti in una eventuale manovra di sorpasso, preferiscono affiancarsi, accelerare, superarsi o scattare improvvisamente. Non a caso gli incidenti stradali con ciclisti che finiscono in ospedale sono in aumento, nell’indifferenza di chi dovrebbe incrementare i controlli, quantomeno sulle principali arterie. Capita quasi ogni giorno e nessuno fa niente per mettere un freno a un’attività tanto pericolosa quanto stupida, favorita - e questa è la parte più triste della storia - da gente adulta che dovrebbe essere di esempio per i giovani.