CIVITAVECCHIA – È arrivata poco dopo le 9,30 di ieri mattina a Civitavecchia la Life Support, la nave di Emergency con a bordo i 178 naufraghi soccorsi mercoledì nelle acque internazionali tra la zona Sar libica e quella maltese in tre diversi salvataggi. Le operazioni di sbarco sono iniziate dopo circa un'ora dall'arrivo, con la macchina dei soccorsi e dell'accoglienza che si è fatta trovare pronta anche questa volta. Una collaborazione tra forze dell'ordine, autorità marittime, sanità marittima, Asl Roma 4, Croce rossa italiana, Protezione civile e che è andata migliorando di sbarco in sbarco e ormai perfettamente rodata.

I CONTROLLI

Dopo i primi controlli a bordo i migranti sono stati accompagnati verso le postazioni mediche per visite più approfondite e trattamenti eventuali. Terminata questa fase i migranti sono stati accompagnati verso le strutture di accoglienza, nel territorio sono rimasti soltanto i 17 minori non accompagnati.

«Un carico di dolore, fatica e speranza - ha detto l’assessore ai servizi sociali Antonella Maucioni sul posto insieme al personale dei suoi uffici -. Dal febbraio 2023 è lo sbarco numero 15 nel nostro porto: un'umanità dolente che affronta un viaggio lungo e pieno di pericoli per fuggire da guerre, povertà, violenza con il sogno di una vita migliore. Accogliere è un gesto di fratellanza e umanità e insieme un dovere civile che discende dalla Costituzione della nostra Repubblica».

LE TESTIMONIANZE

I 178 migranti scesi a Civitavecchia - tra cui 9 donne - vengono da Sudan, Siria, Egitto, Iraq, Pakistan, Bangladesh, Marocco, Eritrea, Sud Sudan e Palestina. Tanta stanchezza e un timido sorriso di speranza ma le condizioni generale di salute sono buone e non è stato necessario attivare l’ospedale San Paolo, comunque in pre-allerta. Tra le varie testimonianze portate dallo staff della Life support quella di un giovane siriano che ha tentato la traversata quattro volte, «tre è stato respinto e riportato indietro in Libia dove ha raccontato di aver vissuto in condizioni disumane e di aver visto persone morire - spiega la mediatrice Miriam Bouteraa - per le condizioni delle carceri dove era detenuto».

I MINORI NON ACCOMPAGNATI

Tra i 17 minori non accompagnati anche un bambino piccolissimo di 5 anni senza i genitori, che ha detto ai mediatori essere rimasti in Siria, e una bimba di 7 per cui i servizi sociali cercheranno al più presto un affido. Fortunatamente entrambi stanno bene. Le operazioni sono proseguite fino alla sera.

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