«Occorre fare chiarezza per ristabilire lo stato reale dei fatti sulle procedure concorsuali avviate dalla Provincia nel 2023».

Il presidente della Provincia Alessandro Romoli esordisce così alla conferenza stampa convocata all’indomani della notizia, pubblicata sui media nazionali e ripresa dalle testate locali, che ha acceso i riflettori su quella che è stata definita la “concorsopoli” viterbese.

Con tanto di elenco di nomi dei candidati che si sono aggiudicati un posto in graduatoria, evidenziando rapporti di familiarità con amministratori e politici o la bandiera di appartenenza, che Romoli ha bollato come «una vergogna e una barbarie perché espone al pubblico ludibrio persone che hanno partecipato a un regolare concorso pubblico».

La furia del presidente dell’ente di via Saffi è in particolare indirizzata a Fratelli d’Italia. «Accostare Allumiere con la Provincia di Viterbo è vergognoso. La caccia alle streghe, elemento che ha sempre contraddistinto determinati ambienti, non mi appartiene e come presidente ho il dovere di salvaguardare l’ente che rappresento e tutti i dipendenti».

Poi esprimendo la sua perplessità in merito al fatto che «la questione si è cristallizzata nel momento in cui è stato dato assetto alla Provincia in termini di deleghe e di incarichi» incalza: «A pensar male verrebbe l’idea che la questione sia collegata al fatto che il gruppo FdI è rimasto fuori dall’amministrazione provinciale».

Un tempismo, secondo Romoli, non casuale. «Nel momento che Fratelli d’Italia è all’opposizione, improvvisamente esce fuori questo problema. E’ un anno e mezzo che questi concorsi stanno in piedi, le graduatorie sono pubblicate da sei mesi anche sull’albo pretorio».

E per quanto riguarda le graduatorie tiene a precisare che «sono evidenti le presenze di amministratori di ogni partito, anche di Fratelli d’Italia. E spesso sono nomi presenti anche nelle graduatorie dei Comuni, come a Civita Castellana e a Tarquinia».

Rivendicando la bontà dell’attività posta in essere «anche per dare risposte a numerose sollecitazioni e indicazioni di piccoli Comuni, che avrebbero avuto difficoltà a sostenere i costi onerosi delle procedure concorsuali per individuare professionalità adeguate» ha ribadito che l’attività «è stata realizzata con assoluta trasparenza e procedendo in modo pedissequo all’osservanza del dettato normativo».

A dettagliare le procedure del concorso, sotto l’aspetto tecnico, il segretario generale della Provincia Francesco Loricchio, che ha ricoperto anche il ruolo di presidente delle commissioni esaminatrici, e Franco Fainelli, dirigente del settore amministrativo.

Sette i concorsi per la ricerca di vari profili professionali, effettuati solo per esami scritti e orali, senza valutazione di titoli per velocizzare la procedura.

Loricchio, che ricopre anche l’incarico di responsabile per l’anticorruzione e la trasparenza, ha tenuto ad assicurare che «durante la procedura di selezione le valutazioni delle commissioni sono state oggettive».

La forte richiesta di partecipazione ai concorsi - 1150 le domande in totale presentate, 966 gli ammessi agli esami di cui 186 giudicati idonei - testimoniano la “fame” di un posto di lavoro fisso. E il settore pubblico è quello più sicuro e “blindato” nel tempo.