CERVETERI – Missione compiuta per Giulio Luttazi. Convocazione ai mondiali, esordio e quinto posto nella competizione che si è svolta a Cervia recentemente. Ma soprattutto tanto divertimento per il 18enne ladispolano inserito dal selezionatore azzurro nel team che ha affrontato le altre nazionali di calcio trapiantati. La storia non si dimentica: dalla paura in quel novembre 2021, quando il giovane portiere venne ricoverato al Bambino Gesù per un male, al ritorno in campo. In mezzo il trapianto di midollo osseo grazie a un donatore che gli ha salvato la vita e con l’Admo (Associazione Donatori Midollo Osseo e Cellule Staminali Emopoietiche) che gli è stato sempre vicino. E ora questo capitolo nuovo per il giovane che nonostante sia portiere (milita nell’Under 19 del Città di Cerveteri) è stato schierato in mezzo al campo per le sue abilità tecniche. La rosa italiana era formata da 16 giocatori di tutte le età: dal più giovane di 16 anni al più “vecchio” di 60. A guidarli il coach Antony Tortomasi. È stato il Cile a vincere battendo in finale la Spagna per 5-1. L’Italia invece, rappresentata da Aned (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto), si è piazzata al quinto posto dopo aver superato l’Irlanda. E Giulio si è comportato molto bene.

«La vita ci ha offerto un’altra possibilità – racconta - grazie allo sport ci siamo rimessi in gioco e siamo stati selezionati per partecipare a questo evento unico nel suo genere e che avrà sicuramente un seguito. Mi sono messo alla prova come centrocampista divertendomi molto. Per me è stata un'esperienza entusiasmante, ho consolidato l'unione con i miei compagni di squadra e ho conosciuto ragazzi di altri Paesi. Non sono mancati momenti di festa e di riflessione, con le testimonianze di storie di vita che ci fanno capire quanto sia importante la donazione degli organi».

L'appuntamento con la nazionale italiana sarà forse alle Olimpiadi di Dresda del prossimo anno e ai Mondiali di calcio trapiantati che probabilmente si ripeteranno nel 2026.

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