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Non si spegne la commozione per la scomparsa prematura di Sonia Castellucci morta dopo una malattia fulminante, lo scorso 27 marzo a Grotte Santo Stefano. L’amico Raffaele Friggi la ricorda così:
«25 settembre 1995. ore 6.35. Di poche persone, forse di nessuno ricordo il giorno esatto e l’ora in cui l’ho conosciuta e vista per la prima volta. Quel 25 settembre, quasi trent’anni fa, in treno verso Roma per la prima lezione all’università, ho conosciuto Sonia Castellucci. Su quel sedile, assonnata sotto una montagna di capelli neri c’era quella che è stata una donna caparbia, tenace, di una intelligenza brillante, un’amica con un cuore grande e sincero. È per questo che ricordo con precisione quella data. Ci ha lasciato, consumata da una terribile malattia, che ha combattuto con la tenacia e la forza che l’hanno sempre caratterizzata, sempre con il sorriso e sempre con il pragmatismo che l’ha contraddistinta in tutto quello che faceva, dallo studio al lavoro, dalla famiglia all’associazionismo. Lascia Mirco suo compagno di vita e poi Davide e Anna, i suoi splendidi figli, e lascia tutti noi che le abbiamo voluto un bene profondo. È privilegiato chi come me ha avuto un’amica come lei, è stato un privilegio crescere insieme, affrontare insieme le difficoltà della vita, condividere i successi e i momenti felici. Quante risate a crepapelle ci siamo fatti! Non è scontato ed è per questo che mi sento un privilegiato, come lo sono tutte quelle donne e quegli uomini che l’hanno incontrata sulla loro strada e hanno camminato anche solo pochi passi con lei, ha comunque sempre lasciato in loro un grande segno. Mi affido alle parole di Henry David Thoreau per salutarla e ringraziarla della sua preziosa amicizia: “Alla morte di un amico, dobbiamo pensare che il destino ha affidato a noi il compito di vivere due vite, la nostra e quella dell’amico, e che d’ora in poi dobbiamo mantenere questa promessa”. Sonia, Amica Mia. Ciao».