PHOTO
LADISPOLI - I prezzi dei prodotti agricoli rimasti «invariati negli ultimi 40 anni» e i «costi di produzione aumentati a dismisura». Uno «squilibrio» che negli ultimi due anni, e ora, per il terzo anno consecutivo, stanno causando una grande «perdita finanziaria» per il comparto che nei mesi scorsi ha deciso di dire basta e di scendere in piazza, "armati" di trattori, per far sentire la propria voce non solo ai governi nazionali (dalla Francia, alla Germania, passando per l'Italia) ma anche all'Europa. A illustrare le difficoltà del settore al convegno promosso da Identità e Democrazia, a Bruxelles, al Parlamento Europeo, è stato anche l'allevatore ladispolano, Gianfranco Fioravanti. «Siamo scesi in strada per farci ascoltare, per farci capire», ha detto davanti alla platea dei presenti. Fioravanti ha puntato i riflettori sull'importanza che l'agricoltura ha nella vita quotidiana: dal ruolo «cruciale» nel fornire sostentamento ai cittadini, a quello che ha nel «custodire il paesaggio nazionale». «L'Italia - ha proseguito ancora Fioravanti - come l'Europa vanta una lunga storia di produzione casearia di alta qualità». «L'allevamento non solo fornisce nutrimento essenziale per la popolazione, ma contribuisce anche a preservare le tradizioni rurali e l'economia delle comunità agricole». Insomma, il settore «rappresenta un pilastro dell'economia agricolta in molte regione» e va ad offrire una vasta gamma di prodotti (formaggi, yogurt, burro, parmigiano, ...) «che fanno dell'Italia una Nazione leader nella produzione». È dunque necessario, per l'allevatore, andare a tutelare e sostenere questo settore, «garantendo allo stesso tempo la sua competitività globale e la sua sostenibilità a lungo termine». «È fondamentale - ha detto - sostenere questo settore» oggi più che mai messo in crisi dal «mercato globale» dove vengono immessi «prodotti agricoli provenienti da altri Paese e che non garantiscono né la qualità né la genuinità dei prodotti». Fari puntati anche sulla concorrenza sleale con una «disparità di prezzi» che di certo «non tutela la salute della popolazione». Per l'allevatore ladispolano è necessario, dunque, per preservare e tutelare un settore importante della vita collettiva, «il controllo e il rispetto dei prezzi» senza farsi "mettere i piedi in testa" dai «dettami della grande distribuzione». Si torna dunque a sollevare la questione del «giusto prezzo», «dell'equo compenso». Una battaglia che può essere vinta «combattendo le pratiche di concorrenza sleale, applicando le leggi» e soprattutto con «una legislazione che privilegi l'uso di materie prime agricole con una indicazione precisa delle origini dei prodotti, per evitare misure di raggiro». «L'agricoltura - ha detto ancoraFioravanti - deve essere capace di mediare tra natura e comunità umana, con impegni e obblighi in entrambe le direzioni. Coltivare bene richiede un consapevole riguardo verso tutte le creature, animate ed inanimate e fino a quando l'uomo non avrà imparato a rispettarle non potrà mai conoscere il suo vero ruolo su questa terra». Perché il «cibo - ha concluso - proviene dalla terra, non dai laboratori delle multinazionali».
©RIPRODUZIONE RISERVATA