CIVITAVECCHIA – Il 33° anniversario della morte di Francesco Forno durante una battuta di pesca subacquea in apnea, è l’occasione, per il padre Gianfranco, di accendere nuovamente i riflettori sulla vicenda della camera iperbarica, realtà realizzata a suo nome, che aveva operato, con i volontari e gratuitamente, dal 1° febbraio 1998 al 31 dicembre 2005, quanto le esigenze di ampliamento delle strutture portuali aveva provocato la chiusura e lo smontaggio, ripristinata nell'attuale area nel 2009 per essere pronta, nel novembre 2010, ad essere riaperta. Poi più nulla.

Oggi, dopo quasi quindici anni, si dovrà procedere allo spostamento, con l’Authority che dovrà recuperare l’area che la ospita. Ma perché non riattivarla? Se lo chiede, senza riuscire a darsi risposte, Gianfranco Forno, che si appella alla stessa Adsp ma anche e soprattutto alla nuova amministrazione comunale, per risolvere la questione. «Nel Lazio di cinque ne è rimasta solo una, all’ospedale San Giovanni, tra l’altro più vecchia rispetto alla nostra - ha ricordato - che ha dieci posti e una doppia entrata. Per smontarla, rimontarla in altra area e metterla in opera ci vogliono circa 250mila euro. Avevamo anche avviato, qualche anno fa, un dialogo con le Ferrovie per l’area Feltrinelli. La passata amministrazione ha approvato tre ordini del giorno, ma poi non si è andati avanti». Forno chiede quindi che si possa, finalmente, rimettere in funzione la struttura, fondamentale non solo per le emergenze: con la camera iperbarica, infatti, si possono curare quindici patologie. E nel Lazio c’è bisogno.

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