CERVETERI – Confronti saltati, giunta dimezzata, strategie nel silenzio. Cinque mesi di crisi politica che non è ancora stata messa alle spalle. Anzi, più passa il tempo più al Granarone ci si rende conto che il riavvicinamento tra le parti, più volte manifestato e mai concretizzato, non è così scontato. Da una parte il Pd e i fedelissimi della sindaca Elena Gubetti, dall’altra i gruppi civici con sullo sfondo l’ex primo cittadino, Alessio Pascucci. Settimane fa doveva arrivare l’annuncio tanto atteso, non solo per il rimpasto della giunta comunale ma anche per la sottoscrizione di un documento programmatico da portare avanti nonostante le divisioni interne. Le fratture con Governo Civico e l’altra lista Cerveteri Democratica, evidentemente, non sono state superate. Due assessorati importanti, come quello dei Lavori pubblici e dei Servizi sociali, dopo le dimissioni rispettivamente di Matteo Luchetti e Francesca Badini, non sono stati sostituiti. E non sono due settori qualsiasi. Si naviga a vista insomma, e tutto questo rischia di gravare sulla testa dei cittadini che pretenderebbero al contrario una politica omogenea per risolvere i tanti problemi della città. Molti consigli comunali sono andati avanti in questi mesi solo grazie al voto dell’opposizione di centrodestra. Ma quanto durerà?

LE ACCUSE

«Una città ferma al palo, che non cresce e non sviluppa settori vitali per la collettività». Punta il dito sul futuro di Cerveteri, Gianluca Paolacci, consigliere comunale che rimprovera l'amministrazione di scarsa efficienza. «C'è molto rammarico – aggiunge - non ci sono iniziative tali da far crescere Cerveteri, mortificata dall'immobilismo. Mentre i nostri confinanti, da Bracciano a Fiumicino, riescono a salire nella qualità della vita, noi facciamo difficoltà a vivere alla giornata. Lo notiamo dalle piccole cose, dai progetti che hanno un avvio e non hanno una fine. Negli anni è stato fatto molto poco, il nostro Pil è determinato dall'impiego pubblico romano, se fosse per il gettito fiscale dei lavoratori locali avremmo grandi difficoltà». Occhi puntati sul commercio. «Servivano azioni per sviluppare l'agricoltura – conclude Paolacci - che non sono state fatte. Le aziende della città stanno scomparendo, il commercio negli ultimi cinque anni ha registrato chiusure di negozi che mai era avvenuto dal 1990. Ecco, mi chiedo se ora di cambiare mentalità per dare un futuro ai nostri figli, ai giovani che lasciano Cerveteri per recarsi a Roma e rimanerci per sempre». Si accoda un altro consigliere comunale pronto da tempo a dare una spallata alla massima assise cittadina. «Non è bello vedere la nostra città spenta – è il pensiero di Lamberto Ramazzotti - con persone rassegnate, commercianti che si lamentano, giovani senza lavoro. Bisognerebbe governare con impegno ma oggi è impossibile perché chi amministra da mesi non ha la maggioranza. Se non si hanno i numeri si va a casa. Hanno vinto le elezioni, sono tutte brave persone ma la popolazione non merita di vivere così».

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