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Comparirà questa mattina davanti al giudice per l’udienza di convalida dell’arresto, Ian Patrick Sardo, il 31enne fermato dai carabinieri di Ronciglione dopo l’omicidio di Renzo Cristofori avvenuto mercoledì sera a Caprarola. Il giovane, ascoltato dal pm Massimiliano Siddi , si è proclamato innocente. Nelle ore scorse, dopo essere stato ricoverato nel reparto di Medicina protetta di Mammagialla, è stato trasferito nel carcere di Mammagialla. Nel frattempo i carabinieri, dopo aver posto sotto sequestro la sua abitazione, hanno sequestrato anche il cellulare e i coltelli che l’uomo aveva in casa. Non si trova, infatti, ancora l’arma del delitto. Stando alla ricostruzione fatta da un testimone, mercoledì sera il ragazzo, conosciuto per i suoi problemi psichici, si sarebbe avvicinato a Renzo Cristofori che era seduto su una panchina fuori casa sua, a una cinquantina di metri di distanza dall’abitazione del suo aggressore. Gli avrebbe chiesto dei soldi, come aveva fatto anche in passato, e una sigaretta. Al rifiuto di Cristofori l’avrebbe colpito all’addome con cinque fendenti. Il 68enne è morto quasi sul colpo. L’uomo era il netturbino del paese, conosciuto da tutti e benvoluto. E qualcuno ha espresso la rabbia per la sua morte con una scritta che è comparsa l’altra notte sull’edificio comunale e poi coperta: “Renzo è colpa vostra”. Il riferimento, con tutta probabilità, è al fatto che Ian Patrick Sardo era in attesa di essere ricoverato in una Rems.
Sul caso è intervenuto anche il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi che ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Antoniozzi sottolinea che il presunto omicida doveva essere “collocato in una Rems ma si trovava libero”. “Da notizie sommarie - scrive Antoniozzi - il presunto omicida avrebbe un disturbo da Adhd (deficit di attenzione e iperattività, ndr) e sarebbe assuntore di stupefacenti. Resta difficile capire come possa essere dichiarato incapace o seminfermo e questo dimostra che è necessario introdurre la discriminante psicotica e prevedere percorsi terapeutici in carcere per chi delinque non avendo disturbi che alterano il senso della realtà. Le Rems - conclude - sono sature di antisociali che dovrebbero essere in carcere”.