CIVITAVECCHIA – Emergono con il passare delle ore altri particolari inquietanti legati alla morte di Camelia Ion, 56enne rumena trovata senza vita in una stamberga a ridosso del parcheggio del Bricchetto. Per il decesso della donna è finito in carcere Lucian Tuduran di 41 anni: secondo la Polizia sarebbe stato lui ad uccidere Camelia Ion, con la quale in passato aveva avuto una relazione. Una relazione tormentata, tra incomprensioni, alcol e violenti litigi, che in passato avevano portato l’Autorità giudiziaria a disporre la misura del braccialetto elettronico a carico dell’uomo. Ma questo non è bastato a scongiurare l’accaduto. Insieme al dispositivo, a Lucian Tuduran era stato assegnato anche un cellulare per segnalare l’avvicinamento alla sua ex e un altro cellulare era stato affidato alla vittima allo scopo di intercettare e segnalare in tempo reale un eventuale avvicinamento sgradito. Lei però il telefonino non lo aveva con sé, gli investigatori del commissariato di Civitavecchia quando sono intervenuti sul luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere di Camelia Ion, non lo hanno trovato. Ecco perché l’allarme non è scattato. E mentre Lucian Tuduran è in stato di fermo poiché indiziato dell’omicidio della 56enne, è il braccialetto elettronico a finire sul banco degli imputati, il suo funzionamento, la sua utilità. Più casi di questo tipo sono stati registrati in Italia a distanza di poche ore l’uno dall’altro e l’opinione pubblica si sta interrogando circa l’efficacia di tale misura. Una storia, quella del parcheggio del Bricchetto, che si è sviluppata in un ambiente di degrado e stenti e che ha coinvolto ancora una volta delle persone che vivono ai margini, spesso nell’indifferenza collettiva.