LADISPOLI - Perso un finaziamento se ne trova un altro. L'aumento dei prezzi delle materie prime, che portato il Comune ad accendere un mutuo presso Cassa Depositi e Prestiti per 730mila euro, e «altri fattori procedurali» che hanno causato «lo slittamento dei tempi di aggiudicazione dei lavori, avvenuto nel giugno 2023, rispetto agli obblighi stabiliti sulla tabella di marcia», ... Sono questi gli “ingredienti” che hanno fatto perdere al Comune di Ladispoli il finanziamento del restyling di Torre Flavia derivante dal Decreto Bellezza. E così da palazzo Falcone hanno deciso di correre ai ripari chiedendo aiuto alla Regione Lazio che con una delibera dello scorso 10 ottobre ha rifinanziato «il restauro di Torre Flavia attraverso la riprogrammazione dei fondi del Piano Sviluppo e Coesione», come spiegato dal sindaco Alessandro Grando che ha parlato di un «progetto importante, sul quale abbiamo lavorato in stretta sinergia con gli uffici comunali per portare a termine le complesse procedure burocratiche, su tutte l'ottenimento dei pareri necessari da parte degli enti sovraordinati». Ora, avuto il via libera da parte della Pisana non «resta dunque che attendere l'approvazione definitiva da parte del Comitato di Sorveglianza - ha spiegato ancora il primo cittadino - dopodiché potremo finalmente procedere con la sottoscrizione del contratto e successivamente con l’inizio dei lavori, che trasformeranno Torre Flavia in un piccolo museo sul mare. A nome della Città di Ladispoli – ha concluso Grando - ringrazio l'Amministrazione regionale ed in particolare l’Assessore Giancarlo Righini, titolare delle deleghe al Bilancio e Programmazione economica, che ha fortemente voluto che questo progetto venisse portato a compimento». E a commentare la delibera regionale è ancora l'assessore al Bilancio e alla Programmazione economica della Pisana, Giancarlo Righini: «Abbiamo ritenuto doveroso farci carico del restauro di uno dei luoghi simbolo del patrimonio culturale regionale affinché torni quanto prima a disposizione della città di Ladispoli e di tutti i cittadini del Lazio».

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