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«Prendiamo atto che il pronunciamento del Tar ha inteso accogliere le ragioni dei ricorrenti esclusivamente sul tema vincolo paesaggistico “sopravvenuto”. La storia imprenditoriale e la serietà che ci ha contraddistinti nella nostra provincia di Viterbo merita che l’argomento venga trattato con serietà». Così Valeria Grani, l’amministratrice Med Sea Litter, la società che ha presentato il progetto per la discarica di rifiuti marini ad Arlena di Castro, che fa una serie di precisazioni e annuncia il ricorso contro la decisione del Tar.
«La prima precisazione riguarda i rifiuti ricevibili in impianto - prosegue - come si può ben riscontrare dalla determina di Via non si potranno ricevere “rifiuti speciali pericolosi”, “rifiuti urbani”, “fanghi”, “forsu”, bensì esclusivamente frazioni secche come disciplinato dal decreto salva mare e scarti ad alto contenuto plastico, in linea con il bando Pnrr in cui il nostro progetto è stato inserito come “Progetto Faro” per la creazione di un Plastic Hub, quindi in nessuna competizione, sovrapposizione e contrasto con i gestori del sistema dei rifiuti urbani e dei rifiuti pericolosi». L’amministratrice della società ricorda che la proposta progettuale è stata presentata il 20 marzo 2021 con istanza di Valutazione di impatto ambientale. «Il 18 novembre 2022 - spiega - si è tenuta la conferenza dei servizi decisoria la quale, sulla base delle posizioni prevalenti espresse (tutti i pareri sono stati favorevoli al netto del Mibact che diede parere contrario anziché dichiarare la propria incompetenza al procedimento, stante che in quel momento storico non era presente nessun vincolo paesaggistico) dalle amministrazioni partecipanti alla conferenza tramite i rispettivi rappresentanti, in modo unanime venne approvato il progetto. Con molto ritardo rispetto a quanto previsto dalla norma e dopo innumerevoli solleciti la Regione Lazio in data 16 maggio 2023 ha pubblicato la determina VIA che ha sancito la chiusura della Valutazione di impatto ambientale. Il progetto è inserito tra i progetti Pnrr ammessi, Investimento 1.2 – Progetti “faro” di economia circolare misura M2C1.1 I1.2 Linea C – “Realizzazione di nuovi impianti per il riciclo dei rifiuti plastici, compresi i rifiuti di plastica in mare cd. Marine litter”, ciò determina inequivocabilmente la natura di opera strategica dell’intervento e del preminente interesse nazionale alla sollecita realizzazione. Il progetto - prosegue Valentina Grani - è perfettamente in linea con il Green Deal europeo, al quale è ispirato nel suo concepimento, che ha indicato la strada da seguire per realizzare una profonda trasformazione, un cambiamento che comporterà molti vantaggi: dalla creazione di nuove opportunità di innovazione, investimenti e posti di lavoro verdi.
È il primo significativo contributo nella provincia di Viterbo alla decarbonizzazione partendo dal riciclo della plastica, l’utilizzo di materie prime da riciclo nei processi produttivi, in luogo delle corrispondenti vergini, garantisce benefici ambientali chiari. Tali effetti positivi si manifestano, in particolare, nella filiera della plastica, ove l’impiego di Materie prime seconde (Mps) appare decisamente preferibile – sul piano degli impatti ambientali – rispetto a quello delle materie prime di origine fossile. Un report del Joint Research Centre (JRC), di recente pubblicazione, ha analizzato gli effetti ambientali del riciclo della plastica, approfondendo in particolare i risparmi emissivi e i benefici ambientali che discendono dall’impiego delle Mps. Ciò secondo due differenti prospettive: una che guarda ai vantaggi ambientali ottenibili su scala di sistema con il ricorso al riciclo come alternativa all’incenerimento e/o allo smaltimento in discarica (“Prospettiva della gestione dei rifiuti o del sistema”); l’altra che considera i benefici ambientali dell’utilizzo di polimeri riciclati, vale a dire le MPS, in luogo di una quantità equivalente di materie prime vergini».
Per l’amministratrice «la sfida naturale da raccogliere sarebbe la creazione di un polo innovativo nella provincia di Viterbo che, a partire dalla (MPS) materia prima seconda recuperata dal sistema impiantistico Med Sea Litter, produca quanto necessario al settore agricolo (film per la protezione delle colture (agrofilms), teli per pacciamatura, tubature da irrigazione/drenaggio, cassette e cassoni, casi da vivaio ecc.)».
Quindi la decisione: «Oggi - scrive ancora Valentina Grani - avremmo avuto due strade da percorrere, andare direttamente ad una azione risarcitoria dei danni subiti facendo gravare sulla collettività un risarcimento milionario, oltre alla perdita di un’infrastruttura strategica per il sistema paese che in qualità di Progetto Faro rientra nelle buone pratiche della gestione dei rifiuti, oppure impugnare al consiglio di stato il pronunciamento del Tar che rispettiamo ma non condividiamo; abbiamo scelto l’impugnazione perché siamo certi del pieno e ossequioso rispetto delle norme in tutto l’iter che ha portato all’autorizzazione».