BASSANO ROMANO - Tanta gente, sabato pomeriggio, all’inaugurazione del Caffè Alzheimer, promosso dalla cooperativa Alere, con il contributo della Fondazione Carivit. Prima le letture dell’attore Raffaello Fusaro hanno creato il giusto pathos emotivo, poi gli interventi del professor Sante Cruciani dell’Università della Tuscia e dell’avvocato Stefano Pazienza, che si sono concentrati, da angolature differenti, sul tema dei diritti delle persone con demenza e dei loro familiari. Infine, le psicoterapeute Francesca Di Rienzo e Luigina Sista, nonché l’educatrice professionale Martina Mantini, hanno delineato il progetto terapeutico alla base di questa iniziativa di Bassano Romano. Un caffè Alzheimer o caffè della Memoria anche come luogo dove vive la speranza di non perdersi, di non sentirsi diverso, né giudicato; un luogo in grado di ricostruire legami e vincoli comunitari. Uno spazio che vuole essere, soprattutto, una risposta (anche di supporto legale) ai caregiver, a quelle persone che convivono con una condizione di amore e rancore, di paura, di stanchezza, di nostalgia, talvolta di sopruso, fino ad un’osmosi che alla lunga assume il sapore della malattia stessa. Quasi sempre in solitudine, in silenzio, nell’indifferenza generale. Con l’ intervento istituzionale che, anche laddove esiste, appare inadeguato, lontano, burocratico. Quello che è stato inaugurato a Bassano è un progetto ambizioso di cura delle persone, di presa in carico, di supporto reale, a partire da quelle fragilità estreme, con le loro domande inespresse. Il Caffè Alzheimer di Bassano Romano, collocandosi anche geograficamente a cavallo tra la provincia di Viterbo e quella di Roma, insieme a Casa Sabate di Trevignano Romano e ad una nuova struttura che la cooperativa Alere sta aprendo nel territorio, vuole costituire un polo per la cura e la presa in carico delle demenze e delle problematiche della Terza Età.

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