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S. MARINELLA – “Dopo oltre 40 anni dall’alluvione del 2 ottobre del 1981, i cittadini di S. Marinella e di S. Severa, vivono ancora con paura e tensione le intense piogge autunnali”. Lo sottolineala lista di minoranza Coalizione Futuro che intende sapere quando l’amministrazione provvederà a mettere in sicurezza i due fossi più importanti della città. “Dopo ogni acquazzone – continua il gruppo di opposizione - le strade della città manifestano tutti gli effetti della loro fragilità, buche pericolose e allagamenti sempre negli stessi posti e sempre più frequenti. “Senza parole, solo rassegnazione” è il sospiro, strappato dalle pagine dei social di chi si alza la mattina dopo la pioggia incessante della notte e ritrova la propria strada invasa dall’acqua come sempre da anni. Il Comune, si affretta a comunicare di aver cominciato a pulire caditoie e tombini, ma arriva in ritardo e non dappertutto. È chiaro comunque che la pulizia ordinaria seppur necessaria, non sia sufficiente. La popolazione aspetta da decenni interventi massicci di manutenzione strutturale soprattutto rispetto alla fragilità idrogeologica del territorio. Il Comitato 2 ottobre, sempre in prima linea rispetto a questo problema, ha pubblicato un dettagliato comunicato sui fossi del Ponton del Castrato, di Castelsecco e di Valle Semplice. I lavori, seppur finanziati dal 2018, non trovano risoluzione e al loro posto si susseguono controversie legali, appalti aggiudicati e poi saltati in prima o seconda assegnazione, autorizzazioni mancate, lavori sospesi o interrotti senza che venga data comunicazione alcuna ai cittadini. Alle domande poste dal Comitato sul loro stato, è seguito un imbarazzante silenzio dall’amministrazione. Anche quando il Comune propone qualcosa di positivo, sembra farlo più per assolvere impegni burocratici obbligatori che mettersi al servizio della città. È il caso del Piano di Emergenza Comunale che, approvato nel dicembre scorso, non è ancora stato pubblicato sul sito, se andate trovate ancora quello del 2016 né fatto vivere in città con esercitazioni e conoscenza. Un PEC nascosto nel cassetto non serve a niente perché nel caso di eventi straordinari, nessuno saprebbe come comportarsi”.
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