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MONTALTO - «Emergenza fotovoltaico selvaggio, il consiglio si dimentica delle persone». Lo afferma l’ex sindaco di Montalto di Castro, Sergio Caci, all’indomani del consiglio comunale per discutere del proliferare degli impianti fotovoltaici sul territorio. «Giovedì a Montalto di Castro si è tenuto un consiglio comunale che avrebbe dovuto toccare temi cruciali per il futuro del territorio - dice Caci, di Noi Moderati Viterbo - ma ciò che è mancato è stato il vero coinvolgimento delle comunità locali. La transizione energetica dovrebbe essere un processo che mette le persone al centro - afferma Caci - non un’occasione di business per grandi aziende o cartelli industriali. Tuttavia, la discussione sul fotovoltaico è stata incentrata solo su numeri e progetti, dimenticando chi vivrà i cambiamenti radicali sul territorio. Il fotovoltaico selvaggio è ormai una realtà, e quello che si è discusso arriva con colpevole ritardo». «Un fatto particolarmente preoccupante è l’utilizzo delle istituzioni per fini politici - aggiunge l’ex sindaco - Giovedì mattina la maggioranza ha pubblicato sul sito ufficiale del Comune un comunicato che anticipava i temi della seduta, utilizzandolo come strumento di propaganda politica. Non solo, durante il consiglio ogni sedia era dotata di una cartellina contenente lo stesso messaggio, rendendo la seduta una sorta di conferenza stampa. Le sedute consiliari devono rispettare le regole istituzionali, non possono diventare occasioni per dare un vantaggio comunicativo a una parte politica. Questo squilibrio è inaccettabile e irrispettoso verso le istituzioni e i cittadini».
Entrando nel merito della seduta, Caci commenta anche «un punto centrale»: «la nomina di Marco Fedele, già membro della giunta e qualificato come tecnico nella commissione del Ministero dell'Ambiente Via Vas in ambito giuridico». «Eppure, durante la seduta - dice Caci - la sindaca Socciarelli ha chiesto la presenza di tecnici, dimenticando forse che Fedele è già una risorsa tecnica a disposizione. Una contraddizione che solleva dubbi sulla reale volontà di affrontare in modo concreto e tempestivo i problemi legati alla transizione energetica. Le proposte di compensazione presentate sono ridicole se paragonate al cambiamento profondo che il nostro territorio subirà. E la domanda rimane: cosa resta alla comunità? Come sottolineato dall'Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), “Mettere le persone al centro di tutte le transizioni verso l’energia pulita non soltanto migliora la vita delle persone, ma è fondamentale per attuare con successo le politiche energetiche e climatiche”. Le comunità locali devono essere protagoniste, non spettatrici passive. In tutto il mondo, esempi virtuosi dimostrano come i progetti di energia rinnovabile a livello locale possano migliorare la qualità della vita, creare posti di lavoro e ridurre i costi energetici. Oggi, però, non si è neppure accennato a come coinvolgere realmente i cittadini per farli diventare parte integrante della transizione energetica. Non possiamo lasciare che la politica decida da sola sul futuro del nostro territorio». Quindi la proposta: «Lanciamo un’assemblea pubblica - conclude Caci -: dobbiamo chiedere impegni seri a chi fa business, e assicurarci che la comunità locale tragga benefici concreti da questi progetti. Partecipiamo numerosi. La transizione energetica non può essere imposta dall’alto, ma deve essere il risultato di un dialogo equo, inclusivo e partecipativo».
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