Via dal centro. Prosegue la sequela di negozianti che fuggono in cerca di lidi più sicuri e agevoli per i clienti. Nei primi mesi del prossimo anno un’altra attività di grande richiamo abbandona il centro per trasferirsi fuori le mura: l’Emporio naturale Shao Yang. La denominazione non tragga in inganno: si tratta di una realtà commerciale, gestita dal viterbese Alessandro Catini, che dal marzo 1995 ha sempre operato in centro. Prima in via del Pavone, poi dal 2006 in via Cairoli, angolo via delle Piagge. E adesso ha deciso di spostarsi altrove. «A malincuore sì. Una scelta ponderata, sofferta» afferma il titolare Alessandro Catini che spiega il perché di tale decisione. «Principalmente per due motivi, anche se in realtà sono più di due. Il quartiere San Faustino è diventato purtroppo malfamato anche agli occhi della gente, sentirsi dire dai clienti “io la sera dopo una certa ora non ci vengo perché ho paura” non è piacevole e ci ha fatto perdere tanta clientela. Poi la mancanza di parcheggio. L’ultima amministrazione chiaramente - ironizza - ha migliorato le cose aumentando il parcheggio da 1 euro a 1,50. Non che gli altri abbiano mai fatto niente per il centro storico. Questo non vuole essere un attacco alla sindaca Frontini perché tutte le amministrazioni degli ultimi 20 anni, a parte forse Gabbianelli ai tempi, nessuno ha mai fatto nulla per aiutarci». Ed elenca: «Scarsa illuminazione, scarsa pulizia delle strade, scarso decoro, negozi di ogni etnia, senza voler attaccare nessuno, che aprono in maniera continua. Poi alcuni eventi ultimi tra cui persone che defecano e urinano davanti ai muri mentre c’è il cliente, l’abbandono costante di monnezza, qualche episodio di violenza di troppo in giro nei vicoli… E poi si sposta la farmacia, si è trasferita la libreria dei Salici, a fine anno chiude la lavanderia, insomma io tra un mese e mezzo rimango al buio. Perciò, ribadisco a malincuore, abbiamo scelto di andare in un posto che non è un centro commerciale ma ci offre delle garanzie».

E la scelta è caduta sul parco Pietrini, noto ai più per Unieuro, in via Garbini «dove ci trasferiremo tra fine febbraio-inizio marzo e dove avremo il nostro parcheggio». Che la decisione di traslocare non sia stata presa a cuor leggero è testimoniata dalle ulteriori dichiarazioni di Catini. «Erano ormai diversi anni che ci stavo pensando, poi appena abbiamo trovato un posto che dai più è ritenuto ottimo la scelta è stata fatta. Ripeto a malincuore, perché l’idea di non uscire dal negozio a farsi una chiacchiera, andare al bar e farsi una passeggiata in centro mi peserà. Purtroppo con il romanticismo non si mangia. Sarei rimasto volentieri qui se ci fossero le garanzie, almeno in un immediato futuro, di un programma, di un’idea di centro storico un pochino più moderna. Ho sperato tanto in Chiara Frontini, anche alle mie collaboratrici ho detto aspettiamo due anni e poi decidiamo. Due anni sono passati e la decisione è presa». Lo spazio che ospita l’erboristeria, anche se la definizione può risultare riduttiva - nel 1995, quando il biologico era ancora un prodotto di nicchia è stata la prima realtà locale a proporre alimenti del mondo bio - è un locale storico di 170 metri quadri «che è finito su diverse riviste di settore ed è rientrato in una specie di classifica tra le più belle erboristerie d'Italia» dichiara con orgoglio. Da commerciante che ha vissuto e vive il declino, che sembra inarrestabile, del centro «non riesco a vedere un futuro - afferma - Mi dispiace per chi resta, anche se da una parte tifo per loro perché so quanto è complicato. Le luci dei negozi illuminano le strade, ho paura come è successo già altrove che via Cairoli sarà al buio».

E proprio l’illuminazione pubblica è un altro tasto dolente. «Avevamo chiesto diversi anni fa all’amministrazione del tempo di provvedere perché le luci al led rischiarano un campo molto ristretto mentre prima con i vecchi globi l’illuminazione era più diffusa. Nonostante le persone che sono cadute, che si sono fatte male perché la sera è buio, nulla è cambiato e - conclude Alessandro Catini in tono amareggiato - non penso che cambierà a breve».