CIVITAVECCHIA – È arrivata poco dopo le 9,30 di questa mattina a Civitavecchia la Life Support, la nave di Emergency con a bordo i 178 naufraghi soccorsi mercoledì nelle acque internazionali tra la zona Sar libica e quella maltese in tre diversi salvataggi.

Le operazioni di sbarco sono iniziate dopo circa un'ora dall'arrivo, con la macchina dei soccorsi e dell'accoglienza che si è fatta trovare pronta anche questa volta. Una collaborazione tra forze dell'ordine, autorità marittime, sanità marittima, Asl Roma 4, Croce rossa italiana e Protezione civile che è andata migliorando di sbarco in sbarco e ormai perfettamente rodata.

Dopo i primi controlli a bordo i migranti hanno iniziato lo sbarco vero e proprio. Uomini e donne vengono accompagnati dai volontari della Cri verso le tende dove il personale sanitario effettua visite più approfondite e trattamenti, dopo essere stati rifocillati vengono poi indirizzati verso l'area adibita all'identificazione. Una volta terminata questa fase saranno accompagnati verso i centri di accoglienza nel territorio. A Civitavecchia rimarranno soltanto i minori non accompagni (12) con il neo assessore ai servizi sociali Antonella Maucioni sul posto insieme al personale del suo ufficio.

Tra i 178 naufraghi salvati ci sono 9 donne e 17 minori, di cui 12 non accompagnati. Vengono da Sudan, Siria, Egitto, Iraq, Pakistan, Bangladesh, Marocco, Eritrea, Sud Sudan, Palestina, tutti Paesi colpiti da guerre povertà e crisi economiche.

Le condizioni generali di salute sono abbastanza buone, certo si tratta di persone provate da mesi di privazioni e da viaggi con mezzi di fortuna. Sicuramente negli occhi si legge tanta stanchezza ma dai sorrisi traspare il sollievo di essere finalmente arrivati, con la speranza di essersi messi il peggio alle spalle.

Per ogni evenienza, come al solito, l'ospedale San Paolo è stato messo in pre-allerta. Fondamentale il supporto dei mediatori. Tra i migranti anche un bimbo piccolissimo di 5 anni senza genitori con gli operatori che stanno cercando di capire cosa possa essere successo durante il viaggio, cercando di superare le difficoltà legate alla comunicazione, tra shock e dialetti locali.

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