Don Ivan Leto

La sequela di Gesù è autentica solo quando è in grado di orientare “secondo Dio” quella triplice libido (amandi, possidendi e dominandi), che, secondo la psicoanalisi, è la grande spinta (o l’insieme di spinte) che abita l’uomo e può, a seconda della direzione nella quale viene incanalata, costruirlo o de-costruirlo.

Per il vangelo, l’amore, il possesso e il potere vanno indirizzati verso l’edificazione dell’uomo nella sua pienezza e questo significa che essi devono essere sempre con e per l’altro, e mai senza o contro di lui. Gesù libera così l’uomo dalla schiavitù del proprio “io”, non consentendogli di esprimere queste libidines in maniera egocentrica e assoluta, ma rendendo possibili una grande fedeltà nell’amore, una grande libertà dalle cose, una nuova capacità di servire e non di servirsi degli altri dominandoli. I vv. 2-16 del capitolo 10 del vangelo di Marco fissano l’attenzione sulla prima di queste dominanti: quella dell’amore (i vv. 17-31 sono, invece, dedicati alla libido possidendi e i vv. 32-44 alla libido dominandi). La domanda che viene posta a Gesù da alcuni farisei è capziosa e Marco lo dichiara semplicemente: «Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie». Tuttavia, Gesù non si lascia trascinare nel ginepraio delle polemiche, molto vive a quel tempo tra scuole rabbiniche, circa i limiti e i casi di divorzio: Gesù non intende muoversi su di un terreno “pericoloso”.

Gesù riporta la questione a un livello “altro”, che è quello del cuore. Il cuore della Legge e il cuore dell’uomo. La Legge, infatti, rendeva possibile il divorzio a motivo della sklerocardía, e cioè di un cuore duro e impenetrabile alle esigenze d’amore del progetto di Dio. Un cuore di questo tipo non è in grado di cogliere il cuore della Legge, ossia il senso dell’in-principio, in cui, come Gesù stesso dichiara, non fu così. Gesù comanda con chiarezza che «l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Dio è fedele e nel matrimonio il credente è chiamato a mostrare la bellezza di una tale fedeltà. Gesù cita in tal senso il testo del Libro della Genesi: “l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”. Per Gesù il matrimonio tende a fare dei due una cosa sola (pur nel rispetto dell’alterità) e questo per volontà di Dio. È questo il messaggio “duro” di Gesù, tanto che i discepoli arrivano a dire, nella redazione di Matteo, che «se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi» (Mt 19,10). Accogliere le esigenze radicali del Regno è difficile, ma non impossibile; per riuscire, Gesù invita ad accogliere il Regno come un bambino, in un ascolto obbediente e semplice che si fida.

*Don Ivan Leto

Parroco di Sant’Antonio Abate

Torrimpietra-Fiumicino