TREVIGNANO ROMANO – E’ in corso in questi momenti presso la Procura di Civitavecchia il primo interrogatorio alla veggente di Trevignano Romano, Gisella Cardia e a suo marito Gianni, indagati per truffa in merito ai proventi delle offerte che i fedeli hanno fatto nel corso degli anni all’associazione che ruota attorno alle presunte apparizioni della Madonna e alle lacrime di sangue versate da una statuetta comprata dalla donna a Madjugorje. Statua che avrebbe rilasciato anche un profumo di rosa.

Una vicenda controversa, balzata alle cronache soprattutto in questo ultimo anno, che vedrebbe Gisella Cardia (il vero nome è Maria Giuseppa Scarpulla, ex imprenditrice di origini siciliane), al centro di un’associazione che ha richiamato il pellegrinaggio di tanti fedeli, indotti a credere alla veggente che ogni 3 del mese diceva di vedere e parlare con la Madonna.

La donna ha  fondato un’associazione aperta a tutti, con una quota di iscrizione di 50 euro. I primi seguaci si  sono radunati in casa della donna a Trevignano per recitare il rosario in onore della Madonna, finché marito e moglie hanno deciso di allestire un terreno in via Campo delle Rose, su una collina del paesino che si trova sulle sponde del Lago di Bracciano.

Il terreno viene arredato grazie anche ad alcune generose offerte; e per quasi otto anni, ogni 3 del mese, giorno in cui la Madonna apparirebbe alla veggente con delle “rivelazioni da diffondere all’umanità”, centinaia di fedeli si radunano in questo spazio per pregare. Nel tempo appaiono un gazebo, la statua della Madonna e anche un chiosco per l’acquisto di gadget. Tutto ruota attorno a quella che ormai viene definita la “Madonna di Trevignano”.

Nell’aprile del 2023, il vescovo di Civita Castellana Marco Salvi, ha disposto una commissione di indagine sugli eventi di Trevignano, giunta ad esprimersi definitivamente lo scorso 6 marzo 2024.

Con il decreto che stabilisce che a Trevignano non c’è traccia di sovrannaturale: la Madonna quindi non sarebbe mai apparsa. Il sito viene sottoposto a sequestro, ma Gisella e i suoi seguaci si ribellano. 

Lo scorso giugno, la Procura di Civitavecchia ha aperto un’indagine sulla coppia, con l’ipotesi di reato di truffa. L’inchiesta è scattata dalla denuncia di Luigi Avella, ex sostenitore, che ha donato ben 123mila euro all’associazione di Gisella e si apprestava a darne altre 400mila, e prevedeva di lasciare i beni di sua proprietà e della moglie dopo la morte.

A fine agosto, il Comune di Trevignano che nel frattempo aveva riacquisito il terreno dato in concessione alla società, ha disposto lo sgombero del terreno, in quanto occupato da attività di culto abusive.

Il pm ha ascoltato separatamente prima Gianni Cardia e poi Gisella. Entrambi hanno risposto alle domande del pubblico ministero: «I miei assistiti sono molto sereni, hanno risposto a tutte le domande - ha spiegato l’avvocata Solange Marchignoli - La Procura proseguirà poi con gli accertamenti che reputerà necessari fare e poi con la chiusura delle indagini e quindi si esprimerà con l'archiviazione o, qualora riterrà che sussista il reato di truffa aggravata, con la richiesta di rinvio a giudizio. Il pubblico ministero fa il suo lavoro e l'interrogatorio è prassi – ha detto l’avvocata Marchignoli - Non è detto né che archivieranno né che rinvieranno a giudizio. È un processo documentale, perché trattandosi di una contestazione di truffa aggravata, se l'ipotesi è l'utilizzo del denaro delle donazioni in maniera impropria, i soldi devoluti sono tracciabili. Dunque non abbiamo bisogno di dare grandi spiegazioni, se non i documenti che attestano il tutto». Sono infatti in corso accertamenti sui soldi arrivati all'associazione Madonna di Trevignano Ets.

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