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Situazione ancora senza risposte al carcere di Mammagialla e stato di quasi emergenza in tutto il sistema carcerario regionale. Insieme ai sindacati di categoria hanno alzato la voce anche il garante dei detenuti e vari esponenti politici ma, ad oggi, persistono criticità evidenti tra cui sovraffollamento delle carceri, sott’organico del personale di polizia penitenziaria, aggressioni agli agenti e, altro dato tragico, un numero considerevole di suicidi in cella.
A riportare l’attenzione sui numeri negativi e le carenze della casa circondariale viterbese è la Uspp, l’Unione sindacati polizia penitenziaria Lazio mediante il segretario regionale Daniele Nicastrini. «Esiste un sovraffollamento del 150% a Mammagialla – dice Nicastrini - e una difficoltà concreta, come dichiara anche l’Asl, a reperire medici e personale sanitario da impiegare in carcere, si parla di circa cento unità in meno. Insieme a ciò le ferite fisiche e morali riportate dal personale per le aggressioni subite da soggetti per motivi di salute psichica ed etero-aggressivi». La carenza di agenti di polizia penitenziaria alla casa circondariale di Viterbo è oltre il 100%, secondo Nicastrini: «Pensare che ogni giorno vengano impiegate mediamente 160 unità quando dovrebbero essere almeno 343 previsti dal Dap, non lascia dubbi sulla gravità della situazione». Per l’Unione sindacati Polizia Penitenziaria è necessario agire subito. “L’Uspp reclama da tempo lo stato di emergenza delle nostre carceri sul territorio nazionale e nello specifico laziale – continua Nicastrini- le sedi di Viterbo, Civitavecchia, Frosinone, Latina, Rieti, Roma Regina Coeli, Rebibbia Nuovo Complesso, tra le più in difficoltà, auspicando che qualche coscienza lungimirante prenda a cuore quanto non solo l’Uspp rappresenta e che la precarietà grave in cui versa il sistema carcere non dipende dalla volontà del personale che opera all’interno». Ad intervenire in più occasioni sulla situazione a Mammagialla è stata anche la Fns Cisl con il segretario Massimo Costantino che, con un intervento ufficiale, il 12 luglio scorso denunciava l’aggressione di un detenuto italiano a due agenti di polizia penitenziaria, con prognosi di 10 giorni, mentre il giorno precedente un altro detenuto aveva dato fuoco alla sua cella e, solo pochi giorni ancora prima, c’era stata un’altra aggressione con 8 giorni di prognosi per un altro agente. Quello che i sindacati chiedono a gran forza da anni è un intervento strutturale del Governo e del Ministero, in particolare del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), per trovare soluzioni condivise. Ad oggi i dati ufficiali dicono che ci sono circa mille detenuti in più, nelle carceri del Lazio, rispetto alla capienza regolare, a Mammagialla il surplus è almeno del 130%, così come il personale penitenziario, inferiore di almeno 700 unità alla normale dotazione organica regionale.