E’ stata sedata dopo le 20 di oggi alla rivolta scoppiata nel primo pomeriggio all’interno del carcere di Nicandro Izzo di Mammagialla.

Una cinquantina di detenuti si sono asserragliati nella sezione D1 e hanno lanciato bombolette a gas incendiarie contro i poliziotti penitenziari. Quindi avrebbero dato fuoco a lenzuola e materassi. L’odore acre e il denso fumo ha invaso i locali e sul posto sono giunti i vigili del fuoco con 5 uomini, due mezzi, il il funzionario di guardia e il vice-comandante.

La rivolta è scoppiata in seguito alla morte per cause naturali di un detenuto, un giovane rumeno, trovato ieri mattina privo di vita all’interno della sua cella.

All’esterno del carcere sono accorse, insieme ai vigili del fuoco, anche altre forze dell’ordine.

La sezione interessata dalla rivolta è rimasta isolata rispetto alle altre. E’ stato detto che si era in attesa dell’arrivo del gruppo di intervento rapido della polizia penitenziaria da Roma per tentare di sedare la violenta rivolta.

In serata è arrivata la conclusione della vicenda: i detenuti sono stati riaccompagnati nelle celle e non si sono registrati, fortunatamente, feriti.

Secondo quanto riferito da Giuseppe Proietti Consalvi, vice segretario generale Osapp «grazie all’intervento professionale e con alto senso del dovere, la rivolta a Viterbo ha avuto termine chiudendo tutti i detenuti autori dell’evento nelle proprie camere di pernottamento. Ringraziamo i colleghi intervenuti - ha aggiunto - che con altissima professionalità hanno posto fine alla rivolta messa in atto dai detenuti del padiglione media sicurezza. Ma questo non ci esime da ricordare a chi ci governa e a chi ci amministra che il carcere è una parte dello stato e che i poliziotti penitenziari sono al servizio dello stato, particolari semplici ma dimenticati da politica e amministrazione».