PHOTO
Occupazione, la Cgia di Mestre lancia l’allarme per lo squilibrio tra pensionati e lavoratori attivi.
La provincia di Viterbo, secondo gli ultimi dati ufficiali dell’Inps che sono del 2022, è 72° in Italia e la peggiore del Lazio per il rapporto tra numero di pensioni e occupati con un saldo negativo di 12 mila unità.
La Tuscia ha fatto registrare 126 mila pensionati a fronte di 115 mila occupati censiti e conosciuti all’Inps.
Quest’ultima precisazione è doverosa perché sui dati generali incidono anche altri fattori strutturali come i lavoratori irregolari (“in nero), la denatalità, il forte impatto degli anziani sulle persone in età da lavoro e il ricorso a forme diffuse di assistenza sociale che suppliscono alla carenza di lavoro stabile.
Nel Lazio la migliore area è quella di Roma Capitale con un saldo positivo di 326 mila persone (1 milione e 443 mila pensionati contro 1 milione e 769 mila lavoratori) che la fanno la seconda in Italia dopo Milano.
Segue la provincia di Latina che è al 39° posto in Italia con un saldo positivo di 5 mila unità (205 mila pensionati a fronte di 210 mila occupati); terza è la provincia di Frosinone (50° in Italia) con un saldo praticamente nullo con 171 pensionati e 172 mila lavoratori.
Rieti è quarta con un saldo negativo di 10 mila persone (65 mila pensionati contro 56 mila lavoratori) e 68° posto nazionale,
Quindi la provincia di Viterbo: sul pesante gap tra pensionati e lavoratori conosciuti all’Inps (12 mila unità) pesano vari fattori tra cui la forte presenza di over 65, bassa natalità e livelli di sommerso ben oltre la media nazionale. Sono 47, al 2022, le province che hanno un saldo positivo tra occupati e pensionati, e del Sud ci sono solo le province di Cagliari e Ragusa.
A livello regionale è la Lombardia, trainata dalla città economicamente più avanzata d’Italia, Milano, ad avere il migliore rapporto pensionati/lavoratori con un surplus di 733 mila unità (3 milioni e 692 mila persone contro 4 milioni e 424 mila). Segue il Veneto con un margine positivo di 342 mila unità) e, quindi, il Lazio con 310 mila occupati in più rispetto ai pensionati.
Hanno saldi positivi, via via peggiori, anche Trentino Alto Adige, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta. Seguono Emilia Romagna e Toscana. Le peggiori regioni sono tutte del Sud con la Sicilia maglia nera con un gap negativo, tra occupati e pensionati, di 303 mila unità.
Nella Tuscia, come un po’ in tutta Italia, oltre ai fattori citati, sul trend negativo dell’occupazione, pesano molto i dati di quella femminile e giovanile che, malgrado qualche segnale positivo degli ultimi anni, ancora non riescono ad essere sui migliori livelli europei.