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Serena Garofolo
OSTIA - E’ recente la notizia della proposta di legge arrivata direttamente a Montecitorio, portata da Ettore Rosato( Azione) e Valentina Grippo( Azione), per fare del Municipio X un comune a sé. Eppure, oltre ai tentativi di questi anni, appare evidente che la questione non sia così immediata e rimangono punti sì, di luce, ma anche di ombra. Ne abbiamo parlato in un’intervista con Adolfo Properzi, del Comitato promotore per Ostia Comune che da anni si occupa della questione.
Perché Ostia dovrebbe ambire ad essere comune?
«Roma è il comune più grande d’Europa; un comune difficilmente gestibile per la sua grandezza. Ostia è in una situazione di decadimento da oltre vent’anni. Non c’è un progetto organico che possa far sperare in un futuro migliore ma solo iniziative a macchia di leopardo che non rendono giustizia. Si soffre da tempo per trascuratezza, per la carenza di manutenzione. Abbiamo poteri limitati, basati su deleghe centralizzate: in una realtà digitale di grande flessibilità siamo centralizzati in movimenti inattuali ed elefantiaci».
Quali vantaggi avrebbe ostia dall’essere comune a sé?
«Di mettere fine a quanto detto prima. Ci sarebbe una capacità amministrativa più localizzata, più immediata, su un territorio più vicino e chiaramente conosciuto. Solo vivendo realmente il territorio è possibile proporre iniziative che concretamente lo migliorino».
Quali potrebbero essere le criticità di un primo periodo?
«Le difficoltà di qualsiasi territorio italiano che ambisce a diventare comune. Si tratterebbe principalmente di criticità organizzative. I primi anni saranno anni basati sull’impostare la gestione del nuovo comune. Penso ad aspetti come l’arredo urbano, il verde, i servizi, i trasporti e la viabilità. Questo andrà fatto non da soli, ma in maniera coordinata con i poteri più elevati, ad esempio la Regione Lazio. Con la sola differenza che si potrà fare alla pari, da comune, guardandoci negli occhi e senza avvalerci di intermediari, come accade adesso».
Come si distribuisce, a proposito, l’opinione pubblica?
«Ci saranno favorevoli e contrari, come per ogni cosa. Ma questa è un’ iniziativa innovativa rispetto al panorama fino ad oggi. In passato ci sono stati due referendum, entrambi falliti, che comprendevano tutti i territori del X municipio, ex XIII. Noi oggi proponiamo un’area diversa, compresa di ostia e ostia antica, due zone che per caratteristiche sono collegate l’una all’altra ed entrambe avulse dal resto del territorio: sono più antiche, rispetto ad un circondario moderno e nato in maniera diversa. Noi proponiamo un nuovo tipo di Comune. Abbiamo il polso della situazione e siamo fiduciosi che , in un referendum fatto oggi, il sì vincerebbe per larga maggioranza».