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Un viterbese di 50 anni condannato per atti persecutori nei confronti della madre e del fratello, è finito in carcere.
Venerdì pomeriggio gli agenti della squadra mobile di Viterbo hanno eseguito l’ordine di carcerazione, emesso dall’ufficio Esecuzioni Penali della procura nei suoi confronti.
L’uomo, affetto da una cronica dipendenza da alcool e droga, nonostante avesse un lavoro, spesso chiedeva sostegno economico alla madre ed al fratello.
Nel 2019 le richieste si erano intensificate dopo l’improvvisa decisione di licenziarsi, andando così interamente a gravare sul bilancio familiare con quotidiana esigenza di denaro.
Non trovando più l’appoggio della famiglia l’uomo ha iniziato ad indirizzare continui messaggi di minaccia nei confronti della madre e del fratello, ingenerando in loro uno stato d’ansia sempre più acuto e di timore per la propria incolumità.
Nell’ottobre del 2019 il 50enne, prima ha tentato di entrare in casa minacciando il fratello, e poi, non riuscendo nell’intento, ha fatto irruzione nel supermercato dove la madre stava facendo la spesa e ha lanciato nel suo carrello un coltello dicendole che l’altro suo figlio era vivo per miracolo, solo perché non gli aveva aperto la porta.
La donna, a quel punto, ha presentato una querela e, all’esito delle indagini condotte dalla squadra mobile diretta da Emanuele Vaccaro e coordinata dalla procura di Viterbo, l’uomo è stato rinviato a giudizio e, a conclusione del processo, condannato.
Venerdì, quindi, in esecuzione del provvedimento dell’autorità giudiziaria, gli agenti lo hanno arrestato e portato a Mammagialla per espiare la pena di un anno e otto mesi di reclusione.