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Avrebbe portato droga in carcere a un familiare detenuto, la donna fermata dagli agenti della polizia penitenziaria mercoledì mattina.
E’ stata scoperta mentre cercava di consegnare cento grammi di hashish all’uomo detenuto in alta sicurezza (As3). La denuncia viene dalla Fp Cgil del Lazio che ricorda gli altri episodi avvenuti nella stessa giornata definita “una ’normale’ giornata infernale nel carcere di Viterbo”.
Nello stesso giorno, infatti, un agente di polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto, mentre un altro detenuto ha dato fuoco alle suppellettili della cella.
La Fp Cgil denuncia il fatto che “continuano a essere assegnati a Viterbo detenuti che erano stati allontanati per motivi di ordine e sicurezza” e cita il caso di e fanno riferimento a “una detenuta marocchina al settimo mese di gravidanza con accertati problemi psichiatrici e seguita dal Sert per tossicodipendenza che sta mettendo in ginocchio l'intera turnazione dei posti di servizio del carcere di Viterbo per poterne assicurare il piantonamento in ospedale”.
«Denunciamo nuovamente la necessità di un chiarimento sulla gestione e sui trasferimenti per ordine e disciplina dei detenuti nel provveditorato di Lazio, Abruzzo e Molise - denuncia Mirko Manna, della Fp Cgil nazionale - Il carcere di Viterbo sta diventando cerniera tra il provveditorato di Lazio, Abruzzo e Molise e quello di Toscana e Umbria, divenendo di fatto lo scaricabarile delle regioni del centro Italia». Manna ricorda che Mammagialla è «già carente di almeno cento unità di polizia penitenziaria rispetto all'organico previsto e ha un sovraffollamento del 135% rispetto alla capienza detentiva prevista: 593 detenuti rispetto ai 440 di capienza. Quello delle aggressioni ai danni dei poliziotti e delle modalità di trasferimento dei detenuti violenti sarà al centro delle tematiche che affronteremo con il capo Dap Giovanni Russo appena fisseremo un incontro».