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CAPRAROLA - «Ancora una volta l’agricoltura viterbese viene messa in serio pericolo. In questo caso la minaccia arriva dalla realizzazione di pozzi geotermici esplorativi a Caprarola, in località li Piani e Servelli, dove ricordiamo che sono presenti produzioni di pregio come la nocciola tonda gentile romana Dop».
Così la presidente di Coldiretti Viterbo, Maria Beatrice Ranucci. «Come se non bastasse la deturpazione provocata dalle pale eoliche e dall’installazione selvaggia dei pannelli solari a terra – prosegue Ranucci – che sottraggono suolo agricolo produttivo o la volontà di trasformare la Tuscia in un deposito di scorie nucleari, ora per il nostro territorio arriva un ulteriore pericolo, che mette a rischio la salute dei cittadini, le produzioni agricole e la vocazione turistica di tutta l’area».
L’allarme lanciato da Coldiretti Viterbo anche al Tavolo tecnico al comune di Caprarola. Quest’ultimo ha espresso parere di assoluta contrarietà al progetto di ricerca di risorse geotermiche, per le stesse motivazioni condivise dalla federazione provinciale di Coldiretti, che vanno dal rischio di eventi sismici, che potrebbero essere causati dalle attività di estrazione geotermica, all’inquinamento delle falde acquifere provocati dall’arsenico, il mercurio, metalli pesanti e altre sostanze nocive, determinato dai fluidi reiniettati a forte pressione nel sottosuolo e dalla loro risalita attraverso le fratture del terreno e il possibile abbassamento delle falde acquifere e il disseccamento dei pozzi circostanti.
«Sono diversi i fattori che ci preoccupano – continua la presidente Ranucci – e se si verificassero, sarebbero inevitabili e gravissime le ripercussioni sull’approvvigionamento idrico, sia per i centri abitati che per i noccioleti, che in quell’area vengono coltivati su centinaia di ettari di terreno. Stiamo parlando di una produzione di alta qualità che rappresenta anche una fonte di reddito primaria per il territorio e non possiamo mettere a rischio un’eccellenza che determinerebbe anche un danno enorme all’economia locale, compromettendo un intero sistema, il futuro delle aziende agricole e posti di lavoro». A testimoniarlo l’abbassamento del livello delle falde acquifere e il disseccamento dei pozzi circostanti sono anche le misurazioni effettuate dal Cnr in Toscana, nella zona dell’Amiata, dove insiste una vasta installazione geotermica. Qui si è dimezzato il volume della quantità di acqua presente nel sottosuolo e la falda si è abbassata di oltre 200 metri. Coldiretti Viterbo cita nuovamente, così come abbiamo più volte sottolineato per l’installazione dei pannelli solari a terra, il decreto legislativo 387/2003, il quale prevede che nell’ubicazione di tali impianti, “si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale”.
La salubrità dell’aria sarebbe ugualmente compromessa, così come dimostrano i dati dell’Arpat, l’agenzia per l’Ambiente della regione Toscana, in merito alla quantità di tonnellate di acido solforico, ammonio, acido borico e anidride carbonica rilasciati in un anno nell’atmosfere, così come i chili di arsenico e mercurio. «Non c’è solo la vocazione agricola del territorio – conclude Ranucci – ad essere compromessa dalla realizzazione dei pozzi geotermici, ma anche quella storico culturale, ambientale e turistica con la presenza di monumenti di rilevante importanza quali il palazzo e la villa Farnese, che richiama visitatori da tutto il mondo e vennero scelti come residenza estiva da presidente della Repubblica Luigi Einaudi e dall’allora principe Carlo d’Inghilterra, negli anni novanta, come sede dei corsi estivi della sua scuola di Architettura e come sua personale residenza. L’attività geotermica si svolgerebbe, inoltre, a ridosso del lago di Vico di elevato valore turistico e ambientale».