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CIVITAVECCHIA – Il comitato “Salviamo il bosco” ha inviato al Mase, al ministro Pichetto Fratin, all’Ispra, Regione Lazio, Città metropolitana, Comune di Civitavecchia, Enel ed Enel Logistics il secondo elenco di firme di cittadini (290 cartacee, 830 on line cui vanno sottratte le prime 205 già trasmesse con il primo invio) che hanno sottoscritto la petizione popolare il cui obiettivo è quello di preservare quell’area a verde originata da una prescrizione ambientale (Decreto Via 680/2003 e MAP 55/02/2003) conosciuta come ex Parco serbatoi Enel.
«La prescrizione ambientale – ha spiegato Gizio Pucci, portavoce del comitato – rappresenta un’opera compensativa non strettamente legata all’impatto prodotto dall’impianto stesso ma a parziale compensazione della decennale attività produttiva termoelettrica. Ci si è quindi preoccupati di armonizzarlo ed integrarlo con le realtà circostanti pensando quindi ad un intervento definitivo dell’ex Parco restituendolo alla situazione originaria. Ora sarebbe un evidente paradosso che un’area sottoposta a rinaturalizzazione del suolo, con l’impiego di risorse economiche pari a circa 20 milioni di euro complessivi, venga ritrasformata in una distesa di asfalto per la logistica di autoveicoli». Dal comitato prendono spunto anche dai dati pubblicati nel rapporto dell’Ispra 2023 sul consumo di suolo, con il comune di Civitavecchia che risulta tra i primi venti della regione per superficie artificiale del suolo con una percentuale di circa il 20% (1.464 ettari) e con una tendenza ad una ulteriore progressiva erosione delle superfici naturali che solo nel 2022 hanno registrato una perdita del 3,21%.
Motivi per i quali si chiede nuovamente alle amministrazioni interpellate di rispettare quanto a suo tempo stabilito «e che ora viene ribadito dai sottoscrittori della petizione, in quanto lo ritengono una risorsa ambientale acquisita almeno in termini di miglioramento della qualità dell’aria poiché – hanno aggiunto dal comitato - anche se la centrale di Torre Valdaliga Nord sembra finire il ciclo produttivo il prossimo 31 dicembre 2024, quest’area a verde mitigherà l’inquinamento prodotto dalle navi e dalle attività collaterali che, a differenza delle centrali, non sono oggetto di rilevazioni e monitoraggi puntuali.
Con questo secondo invio la petizione raggiunge complessivamente 1531 sottoscrizioni di cui 626 relative al primo invio.