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La polizia ha smantellato una banda di ricettatori che clonava auto rubate, le rivendeva a Viterbo e truffava le assicurazioni con finti incidenti.
Lunedì a Viterbo e Grosseto gli agenti hanno eseguito quattro misure cautelari dell’obbligo di dimora e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e 5 perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti soggetti resisi responsabili di ricettazione di autovetture provento di furto, falso e favoreggiamento.
Le misure cautelari sono state emesse dal gip del tribunale di Viterbo a seguito di un’articolata indagine, coordinata dalla procura locale, nata ad agosto dello scorso anno quando gli agenti della polizia giudiziaria della polstrada di Viterbo hanno sequestrato un’autovettura di grossa cilindrata risultata “clonata” e nazionalizzata presso la motorizzazione civile di Agrigento.
Il prosieguo dell’indagine ha permesso di sequestrare ulteriori mezzi e documentazione falsa nonché di intercettare un flusso di autoveicoli di provenienza illecita che dalla Sicilia, attraverso intestazioni fittizie a società di prestanome, venivano rivenduti nel capoluogo viterbese mediante concessionarie di automobili o tramite siti web specializzati oppure vi transitavano per poi essere esportati nei paesi dell’Est Europeo.
Gli agenti sono riusciti a ricostruire la filiera relativa ad ogni singolo mezzo, nonostante fossero state utilizzate tecniche particolarmente insidiose come la clonazione mediante utilizzo di documentazione estera falsa.
La polizia ha scoperto anche truffe in danno di compagnie assicurative operate tramite simulazione di sinistri stradali in realtà mai accaduti. Le perquisizioni domiciliari effettuate anche nei confronti di un autodemolitore nel grossetano e di una concessionaria plurimarche nel viterbese hanno consentito di acquisire ulteriori elementi utili alle indagini.
Tra i destinatari della misura cautelare c’è anche un uomo, che all’epoca dei fatti era agli arresti domiciliari per reati inerenti agli stupefacenti.
Oltre ai quattro raggiunti dalle misure, sono state denunciate altre tre persone per reati emersi nel corso dell’attività investigativa.