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«Il tribunale amministrativo regionale del Lazio dà ragione alla Provincia di Viterbo e ribadisce il principio comunitario di chi inquina, paga”. Lo dice in una nota l’amministrazione di Palazzo Gentili.
La vicenda riguarda il benefit del 5% che gli enti e le società, che non riescono ad essere autosufficienti nel recupero e smaltimento dei propri rifiuti, devono per conferirli in impianti che rientrano nell’Ambito territoriale ottimale (Ato) di Viterbo.
Mercoledì scorso, 24 gennaio, il Tar del Lazio, rigettando il ricorso presentato dal Comune di Civitavecchia ha confermato la norma contenuta sia nel piano regionale dei rifiuti del 2020 che nel DGR 448/2022: entrambi gli atti confermano l’obbligo di pagamento di un benefit del 5 per cento da corrispondere al Comune e alla Provincia di Viterbo dove risiedono gli impianti di smaltimento ai quali gli Enti, appartenenti a un altro Ato, conferisco i loro rifiuti. Secondo quanto riferito dall’amministrazione provinciale in una nota, nella sentenza si legge “come dal primo gennaio 2022 è posto, pertanto, a carico dell'Ato deficitario, e quindi a carico dei singoli Comuni che decidono di avvalersi di impianti posti al di fuori dell’Ato di loro pertinenza, l’incremento di costo del 5 per cento per il conferimento di rifiuti urbani indifferenziati o derivanti dal loro trattamento, in favore dell'Ato ricevente.
La prescrizione ha efficacia transitoria in quanto operante “nelle more dell’autosufficienza di ciascun ambito”, e risulta conforme alle disposizioni di legge nazionale che all'art. 199, comma 3, lett. h), del d.lgs. 152/2006 prevede un sistema di “premialità” per gli ambiti territoriali più meritevoli”.
Alla luce della disposizione regionale, il Comune di Civitavecchia, non essendo autosufficiente nello smaltimento dei propri rifiuti all’interno del proprio Ato, da anni conferisce i propri rifiuti presso l'impianto di Monterazzano a Viterbo.
Motivo per il quale, si vede costretto a dover pagare un benefit del 5 per cento, aggiuntivo rispetto alle tariffe già previste, sia al Comune di Viterbo che alla Provincia di Viterbo.
Nel 2022, però, il Comune di Civitavecchia ha proposto ricorso al Tar del Lazio contro il piano di rifiuti regionale e la delibera regionale con lo scopo di far dichiarare la disposizione illegittima e conseguentemente non corrispondere l'incremento previsto. Nel procedimento giudiziale che ne è conseguito, la Provincia di Viterbo è stata rappresentata e difesa da un collegio difensivo costituito dai legali interni Paolo Felice e Marta Dolfi e dall’avvocato del libero foro Cesare Cardoni.
«Sono soddisfatto di questa sentenza e ringrazio i legali che hanno rappresentato la Provincia - ha commentato il presidente Alessandro Romoli - Viterbo non può diventare la discarica del Lazio e chi manda i propri rifiuti da noi, perché non in grado di smaltirli autonomamente, deve necessariamente pagare una tariffa aggiuntiva per il disagio che provoca. L’auspicio - ha aggiunto - è che la conferma da parte del Tar del Lazio del pagamento di questo benefit costituisca da incentivo per gli altri Comuni e Province del Lazio affinché diventino anche loro, come la Tuscia, autosufficienti nel recupero e smaltimento dei propri rifiuti. La Provincia di Viterbo lo è ed è ora che anche le altre raggiungano lo stesso livello di efficienza».