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Tre mesi di monitoraggio da parte del Comitato Pendolari Roma Nord sui disservizi della tratta Roma-Viterbo, considerata dal rapporto Pendolaria di Legambiente tra le peggiori d’Italia. In tre mesi son stati oltre 1300 i treni soppressi di cui il 60% nella tratta urbana di Roma ed il 40% in quella extraurbana Roma-Viterbo. In quest’ultimo caso i disagi principali riguardano i pendolari che, dalla Tuscia, vanno verso la capitale quotidianamente per lavoro o studio. Nel mese di marzo si segnala una lieve diminuzione delle soppressioni con un totale di 224 cancellazioni di corse urbane e 48 extraurbane. Sabato 2 marzo è risultato il giorno peggiore per le soppressioni, seguito da venerdì 22 marzo, martedì 19 e sabato 30. In questi ultimi mesi la tratta ferroviaria Roma-Viterbo è finita sotto i riflettori per i dati del rapporto Pendolaria che, con la Roma-Ostia, l’ha citata come tra le linee ferroviarie peggiori d’Italia comprendendo anche i ritardi come ulteriore fattore negativo. Insieme a ciò i disagi per i pendolari assumeranno livelli molto gravi per i lavori previsti nel periodo estivo e che cominceranno l’11 giugno per protrarsi fino al 10 settembre. Se è vero che la scelta è stata fatta proprio per limitare i disagi ai pendolari, il cui flusso verso Roma diminuisce in estate con la coincidenza della chiusura delle scuole, è lecito aspettarsi un ulteriore motivo di dibattito per il Comitato. Le notizie positive saranno il raddoppio della tratta Cesano-Vigna di Valle-Bracciano e, quindi, quelle negative toccano ancora una volta la provincia di Viterbo con l’ennesimo rimando per il raddoppio del tratto viterbese della Roma-Viterbo. E’ un po’ la storia infinita delle infrastrutture viarie incompiute verso la Tuscia, che riguarda il raddoppio della Cassia insieme alla ferrovia e i ritardi per il completamento della Trasversale. In questi anni tutti questi disagi sono stati pagati a caro prezzo dai pendolari viterbesi che lavorano a Roma e hanno dovuto fare i conti con corse soppresse, convogli sporchi e, in molti casi, anche assenza di mezzi sostitutivi.