Il contenzioso tra le Terme dei Papi e il Comune è finito al centro dell’ultimo consiglio comunale dopo che la famiglia Sensi, titolare della struttura, ha inviato nei giorni scorsi una lettera a Palazzo dei Priori in cui lamentava un danno da oltre 36milioni di euro a causa di una progressiva carenza d’acqua e l’indifferenza dell’amministrazione sul caso. Alla luce della risposte fornite dalla sindaca, Marco Sensi, titolare della società, rincara la dose.

Nell’ultimo consiglio comunale la sindaca Chiara Frontini ha detto che ci sono margini per un protocollo d’accordo sul problema delle minore portata d’acqua. Lei come risponde?

«Lo dice da tempo, e intanto i danni subiti da questa situazione si fanno sempre più pesanti; serve agire subito, senza superficialità, ma con convinzione e vera intenzione di trovare soluzioni immediate».

Quali sono le richieste minime che porgete al Comune di Viterbo per dirimere il contenzioso?

«E’ necessario che il Comune metta la doverosa attenzione sul problema, sperando che trovi soluzioni nell’immediato e garantiste per il futuro.

Nell’immediato quanti più litri possibili dalla caldara del Bullicame, almeno 5/6 litri al secondo, e che ci permetta di emungere meccanicamente fino ai 24 litri al secondo in concessione dal “Pozzetto”».

La fonte delle Zitelle è, stata chiusa parzialmente e un’ipotesi è la chiusura totale. Lei conosce soluzioni alternative per il vostro approvvigionamento idrico termale?

«L’acqua delle “Zitelle” è sempre stato un grande spreco che ho conosciuto fin da 30 anni fa. Vedevo andare sprecati per campi 20/30 litri al secondo per decine di anni, ma comunque il Bullicame e il nostro “Pozzetto” stavano in buona salute. Tutto è cambiato quando sono state fatte ulteriori perforazioni da parte di altri. Ora è chiaro che eliminando del tutto lo spreco delle Zitelle si potrà recuperare qualcosa. Vedremo».

Nella lunga lettera rivolta ai consiglieri comunali Fausto Sensi parla di indifferenza del Comune su questa vicenda: lei è d’accordo?

«Certamente, se possibile aggiungo anche incoerenza e superficialità. Se è vero, come dicono sempre, che il settore termale è uno, se non l’unico settore, che può dare impulso all’economia di questa città, come si fa a mettere così in difficoltà lo stabilimento termale di riferimento fregandosene del problema e non rispondendo a decine di interrogazioni per mesi?»

Infine, quale modello di sviluppo del termalismo, secondo lei, manca ancora a Viterbo?

«A Viterbo manca proprio un’idea di turismo. Non c’è nemmeno un organo ufficiale dell’amministrazione che se ne occupi. Si lavora sul quotidiano, manca un progetto organico ambizioso. Fino a 4/5 anni fa non esisteva la tassa di soggiorno per chi pernotta negli alberghi di Viterbo. Da 4/5 anni infatti entrano nelle casse del Comune 400/500 mila euro all’anno che prima non c’erano. Sarei curioso di sapere dove sono stati impegnati tutti questi soldi».