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TOLFA - Tolfa Gialli&Noir 2024: anche quest'anno è stato un vero e proprio successo. Sul massimo palco del teatro Claudio di Tolfa si è svolta sabato l'undicesima edizione del riuscitissimo Festival “Tolfa Gialli&Noir” promossa alla perfezione anche quest'anno dall’associazione Chirone e la Coop Taitle in collaborazione con il Comune di Tolfa e il Centro Studi Italo Norvegese di Tolfa. Molti gli spettatori che da tante parti del comprensorio e dalla capirale sabato si sono recate a Tolfa per partecipare al Festival richiamati anche dalla presenza sul palco di autori delle due nazionalità italiani e norvegesi. Semplicitamente perfetta e unica la scenografia realizzata dall’eccezionale artista e fotografa tolfetana di fama internazionale Valentina Vannicola). Ad aprire il Festival è stato Giordano Iacomelli in rappresentanza del gruppo organizzativo composto dall’associazione Chirone e la Coop Taitle.
Sul palco anche la presidente della Fondazione Cariciv Gabriella Sarracco che da sempre supporta il Festival; accanto a loro la sindaca di Tolfa Stefania Bentivoglio e Ole Tolstad in rappresentanza del Centro Studi Italo Norvegese, il quale ha ricordato la partecipazione dell’associazione Norla. Molto gradito il saluto della giovane rappresentante dell’Ufficio Cultura dell’Ambasciata di Norvegia a Roma, Vera Maria Gjermundsen, alla sua seconda visita a Tolfa sempre per gli eventi del “Gialli&Noir”. Tutti hanno giustamente speso parole di apprezzamento per il Festival.
La presidente della Fondazione Cariciv Gabriella Sarracco, di ritorno da un'importante forum di Fondazioni, oltre a complimentarsi con gli organizzatori e ad evidenziare l'importanza del Festival Tolfa Gialli&Noir ha sottolineato: "Questo è un punto di partenza per la cultura. Sono 11 anni che insieme andiamo avanti e questo Festival cresce sempre di più: ciò significa che c'è sete e fame di cultura. Ringrazio gli organizzatori, la sindaca Bentivoglio e il grande Gino Saladini. Investire nella cultura significa migliorare tutti gli altri aspetti della vita di un paese". La sindaca Stefania Bentivoglio ha ringraziato l’organizzazione del Festival che "da oltre un decennio dà lustro al nostro paese in Italia e all’estero". Il responsabile del Centro Studi Italo Norvegese Ole Tolstad, invece, ha rricordato la genesi di questo Festival: "Nato da un'idea del traduttore ed ispanista Glauco Felici (purtroppo scomparso prematuramente) e di sua moglie Antonella. Un’idea, quella di portare scrittori norvegesi a Tolfa, che cominciò a prender corpo al termine di una cena e un paio di di bicchieri di whisky".
Anche quest'anno a presentare la serata è ad interagire con gli autori e il pubblico è stato l'elettore ed istrionico Gino Saladini, criminologo, scrittore di successo e scrittori di testi teatrali. Saladini ha descritto la scenografia "un commissariato d’altri tempi ricostruito con cura", dove ha accolto gli ospiti: il norvegese Aslak Nore, con l’addetta stampa del Festival Fiorenza Gherardi De Candei in veste di interprete, e Alessandra Carati. Saladini ha poi presentato i libri dei due scrittori: Nore e Carati.
“Il cimitero del mare” di Nore (edizioni Marsilio) è un ampio romanzo che gira intorno alla storia della famiglia Falck e indaga sui loro segreti che sembrano avere inizio da un naugragio (relamente accaduto) di un postale nel 1940. Nore ha raccontato che prima di scrivere il libro si è molto informato per essere pronto a descrivere quanto avviene ai giorni nostri in teatri di guerra come l’Afghanistan, ma anche per inserire nel libro un lato dedicato allo spionaggio. Nore ha anche ribadito che la sua intenzione era quella "di fare un romanzo che potesse contenere tanti elementi, ispirandosi al filone del giallo scandinavo, ma con un occhio ai grandi classici della letteratura europea, in cui scorresse per tutte le molte pagine il dilemma tra la lealtà verso la famiglia, e per estensione la nazione, e la Verità".
"Di altro genere “Rosy”, Mondadori, firmato da Alessandra Carati, la quale in maniera pacata con una estrema chiarezza nel linguaggio ha raccontato come – in un momento molto difficile della sua vita – si sia decisa a metttere nero su bianco la storia di una dei due protagonisti di una delle più brutali vicende di cronaca nera degli ultimi decenni, la strage di Erba - spiega la nota giornalista Cristiana Vallarino - Olindo e Rosa, marito e moglie, sono entrambi stati condannati perchè ritenuti colpevoli, ma da anni un pool di avvocati si sta adoperando affinchè si riapra il caso, ritenendoli vittime di un clamoroso errore giudiziario. La Carati, oltre a studiare tutte le carte del caso, ha incontrato parecchie volte Rosa Bazzi, nel carcere di Bollate. E il libro che è nato, con la sua prosa nitida, è tanto spiazzante quanto appassionante. E soprattutto offre un quadro perfettamente dipinto della protagonista, Rosy appunto, che peraltro non lo ha letto e mai lo leggerà, dato che lei non sa né leggere né scrivere". I due scrittori sono stati sottoposti a un tiro incrociato di domande e loro hanno risposto a tutte le domande che sono state poste loro, tra le quali le fomande dei componenti del gruppo di lettura “InChiostro” che si incontra nella biblioteca comunale di Tolfa e che, avendo già letto entrambi i volumi, hanno voluto soddisfare alcune curiosità. A conclusione della 14^ edizione del Tolfa Gialli&Noir si è tenuto il firmacopie dei due autori.
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