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CIVITAVECCHIA – I commercianti vivono ore di attesa, nel tentativo di capire cosa sia realmente accaduto al mercato. Una casetta di legno adibita alla vendita di generi alimentari che prende fuoco, non è certo cosa di tutti i giorni. Il clamore suscitato da quel rogo che ha coinvolto anche un’auto parcheggiata è oggetto di indagini da parte dei Carabinieri, che attendono ora la perizia dei Vigili del fuoco intervenuti sul posto.
Le prime indiscrezioni hanno parlato di un cortocircuito, vista la presenza all’interno del box di Giuseppe Sammarco di frigoriferi e altro materiale elettrico. Ma va detto, per dovere di cronaca, che il cortocircuito rimane sempre la strada più percorribile ogni volta che viene a mancare l’innesco, magari perché inglobato dal rogo. E una mano esperta sa come fare a limitare le tracce. Dalle prime immagini dell’incendio sembrerebbe che le fiamme siano partite dalla parte alta del box, ma stabilirlo ora, con la casetta di legno completamente distrutta, appare un’impresa quasi impossibile.
I Carabinieri hanno ascoltato la testimonianza della ragazza che ha dato l’allarme e hanno controllato la presenza di eventuali telecamere in zona, capaci di chiarire almeno in parte l’accaduto. Doloso o meno, l’aria che si respira al mercato tra i commercianti è alquanto pesante. E lo è da tanto tempo, soprattutto nei periodi in cui l’amministrazione comunale si inserisce nel discorso proponendo delocalizzazioni e soluzioni improbabili. Già nel 2011 il banco di Giuseppe Sammarco fu oggetto di attentati, uno dei quali riuscito.
IL GIORNO DOPO - Cenere e detriti, questo resta il giorno dopo l’incendio che ha messo in allarme il centro cittadino. Tra i primi ad arrivare, la mattina, gli operatori che si sono messi a ripulire la piazza. Poi Csp, qualche detrito rimosso e l’annuncio: per un ritorno alla normalità si dovrà aspettare ancora, prima qualche ora, poi qualche giorno. Perché, a quanto pare, i detriti potrebbero essere tossici e c’è bisogno di analisi di laboratorio il cui responso, assicurano dal Pincio, arriverà entro massimo dieci giorni, è la legge. Oggi il Comune farà coprire i detriti.
Intanto Sammarco conta i danni, «parliamo - ha detto - di almeno 30mila euro di materiali vari, poi c’è la frutta. Tutto andato distrutto». C’è rabbia nella sua voce, comprensibile.
La struttura accanto alla “casetta” andata a fuoco è rimasta chiusa, ospita due attività. «Avevamo appena ricevuto un carico - dice la titolare - dobbiamo aprire altrimenti rischiamo di perdere tutta la merce», è in attesa delle autorizzazioni perché la pendenza c’è stata da sempre, ha spiegato, e non è legata all’incendio.
Manca ancora la corrente. Chiusa la struttura accanto a quella incendiata. La titolare: «Rischiamo di perdere tutto»
Gli altri commercianti hanno aperto, sono riusciti a far fronte alla carenza di elettricità grazie a generatori in affitto e all’aiuto della Cpc, per ricollegare l’impianto ci vorranno un paio di giorni. I commercianti vogliono riaprire, ne hanno bisogno. La giornata si chiude così, con la rabbia dei commercianti: figlia della paura di non sapere cosa riservi il domani.
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