Trentamila euro per uccidere Bramucci. Sarebbe questa la cifra pattuita dalle sorelle Elisabetta e Sabrina Bacchio con i killer per il delitto. Dopo l’incontro avvenuto il 4 giugno del 2022 con Toni Bacci, le due sorelle si sarebbero scambiate un messaggio su whatsapp nel quale Sabrina scrive all’altra: “Ele, tutto ok. La visita costicchia. Il professore che ti vorrebbe operare vuole 30”. Un particolare questo che emerge dell’ordinanza con la quale il gip Rita Cialoni ha disposto l’arresto per Elisabetta Bacchio, considerata dagli investigatori la mente del delitto del marito.

Secondo gli inquirenti, il “professore” sarebbe Bacci e “30” starebbe per i 30mila euro che il sicario avrebbe chiesto per commettere il delitto. Elisabetta risponde: “Spero di risolvere senza operarmi, se Dio vuole”. Secondo il gip, Elisabetta Bacchio, che giovedì nel corso dell’interrogatorio di garanzia si è avvalsa della facoltà di non rispondere, “pianificando e partecipando a tutte le fasi organizzative della efferata azione delittuosa, commessa ai danni del coniuge, ha evidenziato una assoluta spregiudicatezza e un rilevante spessore criminale, persistendo nel suo proposito nel corso dell’ampio lasso temporale in cui è stata svolta la pianificazione del premeditato omicidio sino al momento della sua esecuzione; delitto ragionevolmente connesso ad un intento vendicativo e oltre che predatorio”. Secondo gli investigatori il proposito di uccidere il marito sarebbe maturato nel contesto di una “grave crisi coniugale della coppia Bramucci/Bacchio, alla quale si affianca un movente di carattere economico, atteso che la vittima ricavava consistenti profitti illeciti che, peraltro, era solito occultare e che lo stesso Bramucci avrebbe ragionevolmente portato al seguito in occasione del suo prossimo trasferimento all'estero”. Salvatore Bramucci trasferendosi a Tenerife con la figlia avrebbe lasciato la moglie senza un soldo.

Per i continui maltrattamenti Elisabetta Bacchio piange e si sfoga con i genitori che le consigliano di denunciarlo. Cosa che non farà. La sorella maggiore, Sabrina, si rivolge invece all’amico Tonino Bacci e parte la panificazione del delitto.

Il gip Cialoni, dopo aver ripercorso le fasi dell’inchiesta, arriva a sostenere che Elisabetta Bacchio abbia un “elevato grado di sua pericolosità sociale, anche in ragione degli acclarati legami con gli ambienti della criminalità romana”. Il giudice non ha dubbi sul fatto che la misura cautelare in carcere, “vista l’assoluta assenza di freni inibitori palesata dall’indagata, sia l’unica in grado di salvaguardare le pregnanti esigenze cautelari segnalate, dovendosi ritenere, ogni altra misura, assolutamente insufficiente in ottica preventiva, ivi compresa quella degli arresti domiciliari con strumenti di controllo, avendo l’indagata estrinsecato la sua partecipazione al delitto proprio avvalendosi di terze persone e quindi senza esporsi in prima persona”.