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CIVITAVECCHIA – A margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico di Civitavecchia, il presidente, don Giovanni Demeterca, ha sottolineato: «Sono d'accordo con il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che recentemente ha affermato che vorrebbe molte più cause di nullità matrimoniali, perché questo procedimento è uno degli strumenti per guarire da una sofferenza che la separazione porta con sé e che la nullità matrimoniale non è il divorzio cattolico, ma un discernimento attento, profondo anche spirituale che però costituisce una consapevolezza e una possibilità per il futuro per chi si trova in una situazione difficile».
Dopo aver ringraziato il Vescovo mons. Gianrico Ruzza per il sostegno e la vicinanza, don Demeterca ha commentato: «In questi lunghi anni di attività giudiziaria, grazie alla riforma di Papa Francesco, tanto aspettata dagli operatori del diritto, ho visto molte persone rinate, guarite, felici, dopo aver ottenuto la sentenza di nullità pronunciata dal nostro Tribunale riconosciuto dal Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica della Santa Sede. I dati relativi alle cause di nullità dei matrimoni da parte del nostro Tribunale confermano quelli degli anni scorsi. Nella maggior parte dei casi – ha spiegato – è la fragilità psichica il motivo che determina la nullità, oltre l'esclusione dei beni essenziali del matrimonio. I capi di nullità per cosiddetta "incapacità" hanno sfiorato l'78 % dei casi esaminati nel 2023. Si accentua ancora di più l'accresciuta incidenza dei capi di incapacità rispetto a quelli di esclusione”.
Inoltre, il giudice unico, don Giovanni, ha evidenziato come «nonostante il calo dal punto di vista statistico, il matrimonio continua ad essere un bene di straordinario valore per tutti, che completa e garantisce il legame d'amore del vivere insieme che non è mai restrittivo o soffocante – ha aggiunto - ma sempre aperto e fecondo, che coinvolge la vita affettiva delle persone, un bene per la Chiesa e per l'intera umanità, un bene che attira i giovani a rispondere con gioia e responsabilità alla vocazione matrimoniale, che conforta e ravviva continuamente gli sposi, che porta tanti frutti nella comunità ecclesiale e nella società civile».