TusciaPride, ieri il “battesimo”. Diverse persone sono scese nelle strade di Viterbo per “inaugurare” la prima edizione del Pride locale.

Un corteo colorato dallo sventolio delle bandiere arcobaleno e dalle strisce rainbow disegnate sui visi delle molte ragazze presenti. Una manifestazione all’insegna della sobrietà, niente costumi o outfit sopra le righe. Una scelta probabilmente per dare maggiore forza al messaggio contro ogni forma di discriminazione e contro ogni sentimento d’odio che l’iniziativa si proponeva. Insieme alla rivendicazioni dei diritti per il variegato mondo queer.

Messaggi veicolati a chiare lettere anche tramite lo slogan della manifestazione: “F(e)roce pe’ davvero”.

Ieri pomeriggio il debutto del TusciaPride, organizzato e dedicato espressamente al nostro territorio. A sfilare per le vie della città, molte persone - i numeri sui partecipanti sono piuttosto “ballerini” ma si dovrebbero attestare attorno al migliaio - tra cui diversi esponenti politici.

Tra i partecipanti, al fianco del presidente e del vice del TusciaPride Giancarlo Mazza e Mirko Giuggiolini, anche Letizia Morace, nota in città come allenatrice della Viterbese, la consigliera regionale Pd Marta Bonafoni, la senatrice M5s Alessandra Maiorino e Massimo Erbetti, coordinatore provinciale dei pentastellati, la segretaria provinciale del Pd Manuela Benedetti, gli assessori del comune di Viterbo Alfonso Antoniozzi, Elena Angiani ed Emanuele Aronne, oltre a vari consiglieri comunali di maggioranza e del partito democratico. Con la sindaca Chiara Frontini che si è “affacciata” per portare il saluto della città.

L’evento viterbese di quest’anno si è snodato su un percorso molto più lungo e articolato rispetto a quello che vide sfilare nella città dei Papi l’edizione 2022 del Lazio Pride. Partenza sempre dalle Fortezze ma stavolta la sfilata è entrata dentro le mura per poi interessare via Garibaldi, scendere in piazza del Comune, poi verso piazza del teatro passando dal Corso, quindi via Marconi e dal Sacrario risalire per via San Giovanni decollato, piazza San Faustino per arrivare in piazza Sallupara, intorno alle 19.15 dove erano radunati molti altri cittadini di tutte le età per la conclusione della lunga marcia con il concerto live di band locali e Djset.

All’evento hanno aderito varie istituzioni. Più di una ventina le amministrazioni, tra cui il Comune e la Provincia di Viterbo, l'Unitus, le organizzazioni sindacali e l'Arcigay.

Come spiegato dagli organizzatori: «Il TusciaPride intende promuovere l’uguaglianza e le libertà di tutti coloro che quotidianamente subiscono in ogni ambito della propria vita violenze, soprusi e discriminazioni solo sulla base del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere».

E tra i diritti rivendicati per il popolo queer, i partecipanti chiedono: il matrimonio egualitario, un tavolo di dialogo permanente tra l’associazionismo queer e gli enti locali, l’istituzione di un servizio chirurgico pubblico per l’affermazione di genere, sportelli antidiscriminazione, panchine rainbow, sostegno alla creazione di luoghi di aggregazione per la comunità queer e la possibilità di adottare.