Saranno serate all’insegna del fare del bene, mangiando bene.

L’iniziativa si chiama “A cena con i fiori”, e come si suol dire “cade a fagiolo” con lo svolgimento della manifestazione San Pellegrino in Fiore. Sabato 4 maggio, dopo una passeggiata per rinfrancarsi lo spirito nel quartier medievale, si potrà soddisfare anche il palato cenando nel chiostro ex-Eca di via Della Volta Buia 45, avendo la certezza di mangiare bene aiutando i ragazzi speciali dell’associazione Amici di Galiana.

«I nostri ragazzi con disabilita stanno svolgendo una serie di attività in un percorso mirato all’autonomia - ha spiegato la presidente di Amici di Galiana, Graziella Fiorucci - Tra queste, grazie a Paolo Bracaglia, si sono avvicinati anche a quella della cucina, infatti con lui stanno facendo un percorso di cucina e sono già stati coinvolti in alcune manifestazioni in cui hanno dimostrato anche le loro doti culinarie. Quindi - ha continuato - abbiamo approfittato dello svolgimento di San Pellegrino in fiore per poterli presentare alla città come gruppo di cuochi, per questo loro stessi si sono dati il nome “Li goji de li fornelli”, da cui è nato anche un logo». Il logo nasce per identificare tutta una serie di verdure di agricoltura sociale che i ragazzi producono e commercializzano per autosostenersi.

«Il nome “A cena con i fiori” non è stato scelto a caso - ha concluso - infatti, loro proprio come fiori stanno sbocciando alla vita, intraprendendo un percorso verso traguardi importanti».

Alla conferenza stampa di ieri mattina, anche l’assessora alle politiche sociali Patrizia Notaristefano, il presidente del sodalizio dei facchini di santa Rosa Massimo Mecarini e Paolo Bracaglia. «Bisogna dare il massimo risalto a questa lodevole iniziativa - ha detto l’assessora Notaristefano – perché deve riuscire a colpire nel segno, per aiutare e presentare tutti questi ragazzi di cui siamo veramente orgogliosi. L’autonomia lavorativa - ha concluso - è fondamentale per intraprendere un percorso verso una vita autonoma, un percorso che questi ragazzi stanno facendo con successo e tenacia».

Conditio sine qua non, per la buona riuscita di qualsia evento benefico a Viterbo: la presenza dei facchini di Santa Rosa. Sono loro, infatti che per tutto il resto dell’anno, dopo il 3 settembre, continuano a onorare la santa lanciandosi in qualsiasi iniziativa mirata all’aiuto degli altri.

«Siamo felici e orgogliosi di dare una mano a questo evento - ha spiegato Mecarini - lo faremo mettendo a disposizione il materiale che usiamo per le cene dei facchini, i nostri chef, e collaborando con la spesa. Siamo sempre in prima linea per questo tipo di eventi - ha concluso - e lo saremo sempre per aiutare dove c’è bisogno di noi».

Infine, la parola è passata a Paolo Bracaglia: «sarà un evento importante con un menu speciale - ha sottolineato - Importante, perché per la prima volta il ricavato andrà ai ragazzi, che con quei soldi vogliono comprarsi un forno da esterno che useranno a Pratogiardino per un nuovo progetto. Inoltre - ha annunciato a sorpresa - vi svelo che ha breve i ragazzi semineranno nello lo spazio che gli è stato assegnato a Pratogiardino, i semi delle antiche e famose carote di Viterbo. Sono riuscito a ritrovare i semi di questo ortaggio perduto da quasi 70 anni - ha concluso – e sono lieto di dirvi che, a novembre i ragazzi raccoglieranno le carote e le cucineranno secondo l’antica ricetta, poi le venderanno per autofinanziarsi».