Unitus, tra gioie e dolori. L’Ateneo viterbese si sta ampiamente riprendendo, dopo un periodo di austerity lungo 12 anni, dal forte calo di iscritti che hanno condizionato anche le politiche di assunzione dei professori. Nel periodo compreso tra il 2010 e il 2022, come ha reso noto l’indagine di OpenPolis, se è vero che il 55,4% dei neodiplomati della Tuscia, nell’anno di conseguimento del diploma, ha deciso di iscriversi agli studi universitari, lo ha fatto progressivamente verso altre città.

In particolare Roma, Firenze, Milano e Perugia: questo si evince dal calo netto, pari al 12%, delle immatricolazioni negli anni compresi tra il 2010 e il 2022, presso l’Ateneo viterbese. Alla base di questa emorragia, iniziata a invertirsi solo dal 2022/2023, ci sono state le politiche di taglio dei costi, attuate non solo all’Unitus ma in tutto il sistema universitario nazionale, che hanno avuto effetti diretti sull’offerta didattica agli studenti che ha demotivato tanti a scegliere l’Unitus. La provincia di Viterbo, tra il 2010 e il 2022, è stata la terza nel Lazio per numero di neodiplomati iscrittisi all’Università subito dopo il diploma: prima è stata Rieti con il 59,3%, seguita da Roma (59,1%), Viterbo (55,4%); Latina (52,6%) e Frosinone (50,8%). A guidare questa classifica Isernia con il 66,7% davanti a L’Aquila (62,6%), Teramo (62%) e Parma (61,8%), Trieste (61,2%) e Pescara (60,3%). Se questo calo di iscritti ha generato fino al 2022 effetti indiretti come una scarsa copertura del turn over dei professori (39%) contro la media nazionale del 47%, dal 2022 la situazione è nettamente cambiata per la fine dell’austerity come parametro economico di riferimento nei bilanci di ateneo e in quello dell’Unitus. Per la prima volta il bilancio dell’Unitus, con l’anno di gestione 2023, ha superato gli 80 milioni di euro. Nell’ultimo biennio l’Università degli studi della Tuscia ha visto crescere le iscrizioni dell’11,5%, di cui l’11% in più per le lauree triennali e +22% per il primo anno dei corsi di laurea magistrale. Sono aumentati del 17% gli immatricolati ai due corsi di laurea di 5 anni a ciclo unico. Fattore caratteristico del surplus numerico sono stati gli studenti stranieri iscritti all’Unitus che rappresentano il 5% del totale e che sono cresciuti del 113% per le lauree triennali e del 65% per quelle magistrali.