TARQUINIA - Sale la tensione tra i corridoi di palazzo Vipereschi, sede dell’Università Agraria di Tarquinia. Botta e risposta tra maggioranza e opposizione sulla nomina della neo segretaria Maria Bellucci ma non solo.

A sollevare il polverone è il consigliere di minoranza Roberto Fanucci (Lista Tarquinia Terranostra): «Basta apparire. Occorrono fatti concreti per il bene dell’ente - esorta Fanucci - Premiazioni, eventi, comparsate ovunque, articoli che non dicono nulla, l’attuale amministrazione dell’Università Agraria è molto appariscente ma poco efficiente.

La solita vetrina politica dei soliti noti e dire che la prospettiva drammatica rappresentata al momento delle elezioni non lasciava presagire questa nuova età dell’oro. Tutto come prima». «I debiti sbandierati a intermittenza e le riforme chiuse in un cassetto - attacca Fanucci - Speriamo che il presidente oltre a fare il verso ad Indiana Jones e Mattarella, convochi presto il consiglio perché abbiamo domande da fare e non poche. E speriamo che la seduta inizi con le scuse del vicepresidente Sacripanti alla responsabile del Servizio finanziario e oggi segretaria verbalizzante Maria Bellucci che in passato con altra amministrazione ma di identico colore aveva spedito al confino al centro aziendale in condizioni di lavoro così inusuali da essere attenzionate dalla Asl, per non parlare dei numerosi articoli cruenti scritti e mai smentiti. Perché le persone sono le stesse ma la coerenza è smarrita. Al consiglio si parli di bilanci e dopo le feste estive, evitate di piangere miseria, il rischio è apparire troppo cicala e poco formica. Occupatevi dell’approvvigionamento idrico del centro aziendale, del campeggio, dei problemi veri. Vogliamo discontinuità dal passato e diciamo no all’Agraria usata come Comune bis. Rinnoviamo l’invito, noi siamo disponibili a ragionare insieme, ma su questioni serie e vere, non partecipiamo alla sagra del selfie».

Immediata la risposta dalle fila della maggioranza. Alessandro Sacripanti e Maria Bellucci rispondono all’unisono e parlano di «accuse infondate». «Fanucci chieda scusa a Sacripanti - dicono - Leggiamo con rammarico le dichiarazioni del consigliere Roberto Fanucci che tenta di strumentalizzare dei fatti sull'attuale segretaria dell'ente Maria Bellucci, attaccando nel contempo l'assessore Alessandro Sacripanti su situazioni riferite al 2020. Intanto possiamo confermare al disinformato Fanucci, che il vicepresidente all'epoca non era Sacripanti bensì Alberto Tosoni. Inoltre il “passaggio lavorativo” della Bellucci da Palazzo Vipereschi alla Roccaccia è stata una prerogativa di un decreto dell'allora presidente in carica». «Come mai Fanucci non lo chiede ad Alberto Tosoni, il vero vicepresidente in quel periodo e attualmente consigliere comunale? - domanda Sacripanti - chiederlo solo a me e non agli altri 15 componenti dell'Università Agraria, dopo quattro anni, mi sembra poco costruttivo, poco simpatico e non incline a voler bene a chi lavora…ben svegliato Fanucci».

«Non ho bisogno di avvocati d'ufficio - aggiunge Maria Bellucci oggi segretaria dell'ente - in quel momento nel 2020, quando ho ricevuto il decreto di spostamento, nessuno di quelli che vogliono strumentalizzare questa mia situazione si è mai fatto avanti con atti e dichiarazioni di solidarietà. Sono stanca dopo tanti anni di essere ‘usata dalla politica’ a seconda delle necessità. Su Sacripanti posso dire che la nostra collaborazione all'Università Agraria in questi anni è sempre stata portata avanti, con vedute diverse, ma nell’esclusivo bene della comunità. Non mi servono le scuse di Sacripanti, seppure Fanucci chieda scusa a Sacripanti per l'infondatezza di quanto scritto. Mi sarei aspettata altro - continua la Bellucci- non una difesa non richiesta e un’accusa verso chi non c'entra niente. Non entro nel merito del resto dell’articolo del consigliere Fanucci, ma ritengo che questa amministrazione abbia iniziato un percorso serio e costruttivo e stia lavorando nel migliore dei modi nell’interesse generale e finalmente anche nei confronti del personale dell'ente».

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