E’ passata da pochi giorni la presentazione di “Dies Natalis”, la nuova Macchina di Santa Rosa che porta al tris di vittorie Raffaele Ascenzi nei concorsi di idee, che già si è passati alla fase pratica e realizzativa. Serviranno circa sei mesi per costruire la Macchina che sarà attiva dal 2024 al 2028 . Dopo la commozione e gli abbracci, Raffaele Ascenzi è subito passato a verificare la portabilità e fattibilità sul percorso.

«Avendo dimensioni e volume immensi questa Macchina - dice l’ideatore di “Dies Natalis” – deve riuscire ad essere trasportata nelle vie più strette, quindi noi avevamo da bando un’imposizione che era di 4 metri e 30 per sei metri della base di portata ma non veniva specificato quale fosse la dimensione in altezza». Ecco che Ascenzi ha quindi attinto dalla sua decennale attività di ideatore ed esperto di Macchine di Santa Rosa per andare sul sicuro.

«Io ho una certa esperienza – continua Ascenzi – e quindi per fare questo modello ho sovrapposto le immagini e i disegni in larghezza, le silhouettes di Ali di Luce e Gloria che ho nel computer. Sono state perfettamente realizzate e quelle misure le conosco. Sfruttando quelle dimensioni massime in larghezza sono certo che questa Macchina riesca a passare anche nei punti più angusti della città». Non solo sperimentazioni virtuali delle misure ma anche sul campo. «Abbiamo fatto controlli specializzati con vari tecnici mediante strumentazioni molto sofisticate – continua Ascenzi – e stiamo già valutando nei dettagli, con riscontri confortanti, che Dies Natalis riesca ad entrare anche nei punti più stretti. Sono molto sereno».

Il tre volte ideatore vittorioso del Campanile che cammina, poi, ricorda la giornata di domenica scorsa che, davanti al popolo viterbese, ha fatto conoscere per la prima volta il volto di Dies Natalis cominciando con un dato: «Ringrazio l’amministrazione comunale di Viterbo che ha permesso di svolgere l’evento inaugurativo della mia Macchina vincitrice al teatro dell’Unione in forma pubblica. Un fatto insolito perché non c’è stata mai una presentazione pubblica di questo genere».

Sul concorso di idee Ascenzi nota che «è stata una bella competizione, ho visto la partecipazione di 17 altri gruppi che hanno espresso le loro idee ma, per fortuna, sono riuscito a vincere per la terza volta e questo mi ha riempito di grandissime emozioni». Analizzando la composizione strutturale di Dies Natalis Raffaele Ascenzi conferma che è un progetto che “va a rileggere tutta la storia della Macchina di Santa Rosa, del perché viene svolto il trasporto e poi studia soprattutto le caratteristiche che erano alla base delle progettazioni tra il ‘600 ed il 1966, anno in cui ci fu una vera e propria svolta. Ho voluto conoscere quali fossero i principi che muovevano le matite e i progetti di quelli che ci hanno preceduto. Ci sono 80 modelli tra il 1690 ed il 1966, anno in cui il Volo d’Angeli sconvolse la tradizione».

Con Zucchi, infatti, si passò a mettere la statua della santa alla sommità di una grande scultura, mentre prima c’erano stati sempre dei campanili con la statua di Santa Rosa coperta da una cupola con decorazioni e statue lungo l’architettura dei modelli. Ascenzi, di fatto, con Dies Natalis porta un nuovo “sconvolgimento” perché «se è vero che si torna ad un campanile molto massiccio e squadrato – dice Ascenzi – con le nuove tecnologie siamo riusciti a svuotare le forme ed a renderla in un certo senso sinuosa». Un pensiero finale Raffaele lo vuole dedicare ai suoi collaboratori. «Devo molto ai miei collaboratori, senza i quali non sarei arrivato a vincere. Grazie a Luca Occhialini e ad Antonella Servi, che si sono spesi moltissimo, e tutti i ragazzi che hanno prestato la loro immagine per comporre il progetto finale. Sono state tutte scansioni effettuate con il laser per cui da una figura animata siamo riusciti a comporre delle statue: con la tecnologia tutto è stato rapido. Sono contento»