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“Indispensabile ristabilire ordine, legalità e normalità in una zona da troppo tempo trascurata”.
L’incipit della petizione, sottoscritta da cittadini e commercianti del centro storico - in particolare di via Marconi, Sacrario, via Cairoli e piazza San Faustino - non lascia spazio a interpretazioni.
La raccolta di firme è stata recapitata al prefetto Antonio Cananà, al questore Fausto Vinci e alla sindaca di Viterbo Chiara Frontini.
Il dossier sulla scarsa sicurezza lamentata da commercianti e residenti, soprattutto nella zona del Sacrario, via Marconi e di San Faustino, si arricchisce dell’ennesima pagina.
Al di là della narrazione istituzionale che vuole che la situazione sia sotto controllo, che si tratti solo di percezione, la realtà per chi vive e svolge un’attività commerciale nell’area è ben diversa. Non si tratta solo di percezione quando episodi di violenza e di illegalità si susseguono senza soluzione di continuità.
Nella petizione si richiedono “interventi urgenti per contrastare una situazione di degrado che sembra essersi ormai impadronita della zona”.
Un’esasperazione crescente, quella di commercianti e residenti, alle prese con sbandati in preda ai fumi dell’alcol o di sostanze stupefacenti che bivaccano, soprattutto di pomeriggio, occupando le vetrine dei negozi, panchine e marciapiedi e che spesso sono protagonisti di liti violente, di aggressioni verbali rivolte ai passanti e di atti vandalici alle attività commerciali.
A esacerbare una situazione non più tollerabile anche l’arroganza di tali figuri che, a fronte di scarsi controlli, si comportano come se il centro fosse di loro proprietà. A qualunque ora del giorno e della notte.
Per questo i residenti e i commercianti chiedono a chi è preposto a garantire sicurezza e ordine “un presidio fisso o comunque una significativa intensificazione della presenza di polizia locale e forze dell’ordine nell’area, anche per dare un senso di sicurezza” a chi ogni giorno è costretto a convivere con una situazione di degrado e illegalità diffusa.
E se gli episodi che pressoché quotidianamente si verificano nella zona non vengono iscritti nelle statistiche dei reati, ciò non significa che non debbano essere posti sotto attenzione e non si prendano misure idonee a contrastarli. Non si può attendere per intervenire che accada il fatto eclatante, altrimenti parlare di prevenzione è un mero esercizio di retorica.
Non è più concepibile che il centro - che dovrebbe essere il salotto buono della città - di un Comune che ambisce a diventare destinazione turistica e a candidarsi a capitale europea della Cultura sia più degradato delle peggiori periferie metropolitane.
Urgono provvedimenti celeri altrimenti si rischia il punto di non ritorno. Auspicando che non sia già stato raggiunto.
Nessuno vuole fare allarmismo ma si tratta di semplice constatazione di uno stato di cose che non si può continuare a declassare come percezione.