CIVITAVECCHIA – Marco Piendibene è il nuovo sindaco di Civitavecchia. Una Civitavecchia che, da oggi, avrà una amministrazione a guida giallo-rossa, per via dell’alleanza attraverso apparentamento formale tra Pd e M5S.

Il ballottaggio ha visto ribaltarsi completamente il dato del primo turno, quando Massimiliano Grasso, il candidato del centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Lista Grasso, Civitavecchia 2030 e La Svolta) portò a casa un 34,6% per 9.323 preferenze, mentre Marco Piendibene - sostenuto da Partito democratico, Alleanza verdi sinistra e Unione civica - si fermò al 21,4% con un totale di 5.767 voti.

IL RISULTATO Uno scenario cambiato completamento ieri quando, già con lo spoglio delle prime sezioni, la strada sembrava essere tracciata. E la conferma è arrivata seggio dopo seggio, con Marco Piendibene - stavolta appoggiato anche dal M5S - che, sempre in vantaggio e mantenendo un vantaggio costante di circa dieci punti percentuali, ha ottenuto ben 11.291 preferenze, pari al 54,4%.

Il giornalista, invece - che non ha sottoscritto apparentamenti ma ha “firmato” un accordo politico con Forza Italia, con gli azzurri che hanno confermato il sostegno dopo aver scelto di candidare Paolo Poletti al primo turno, insieme a Italia Viva - si è fermato a 9.433 pari al 45,5% delle preferenze.

Uno scarto ampio, di ben 1.858 voti. Tanti se si pensa che la coalizione di Piendibene, al primo turno, ne ha portati a casa 5.767 e la coalizione di D’Antò (oltre al M5S anche Civitavecchia popolare e la lista civica) ne hanno collezionati 3.776. Un totale di 9.543 a cui vanno aggiunti poco meno di altri 2000 voti che oggi hanno permesso a centrosinistra e grillini di arrivare al Pincio. Un voto che, come sottolineato a caldo dagli stessi protagonisti ospiti nelle dirette televisive durante lo spoglio, ha probabilmente rispecchiato la volontà dei civitavecchiesi di voler cambiare pagina rispetto agli ultimi cinque anni, con il centrodestra guidato da Ernesto Tedesco al governo della città.

L’AFFLUENZA Bassa l’affluenza che non è arrivata neanche al 50% degli aventi diritto. Mezza città ha deciso quindi di non esprimersi, di non recarsi alle urne per scegliere il futuro primo cittadino.

Un dato che deve far riflettere entrambi gli schieramenti, e la politica tutta, sul senso di disaffezione che sembra ormai essere una costante. Cosa non funziona? Cosa allontana i cittadini dalla politica e, di conseguenza, dalle urne? Su questo andrà aperta una riflessione seria, e non solo a livello locale.

A seggi chiusi, sono stati 21.058 i cittadini che si sono recati a votare, pari al 48,2%.

LA CAMPAGNA ELETTORALE La campagna elettorale è stata sicuramente caratterizzata dal fair play, soprattutto tra i due candidati, vuoi per la lunga conoscenza tra i due, vuoi per la condivisione dei banchi dell’opposizione, ma soprattutto per il carattere che li contraddistingue. Una campagna elettorale che ha visto i social protagonisti fino a ieri, fino all’ultimo voto da recuperare convincendo i cittadini a recarsi alle urne e fino alle immagini della festa fuori la sede del comitato elettorale di Piendibene, a corso Centocelle, esplosa attorno alle 16,30, e poi sotto Palazzo del Pincio, dove si sono portati molti dei sostenitori della coalizione giallo-rossa.

Il centrosinistra non era alla guida di Palazzo del Pincio da ben dodici anni, da quando nel 2012 Pietro Tidei vinse la sfida contro Gianni Moscherini, riuscendo però a governare soltanto per circa due anni. Nel 2014, infatti, si tornò nuovamente alle urne, e in quel caso vinse il Movimento Cinque Stelle, con l’allora sindaco Antonio Cozzolino, con il movimento che però non venne confermato per il secondo turno, quando il centrodestra portò alla vittorio Ernesto Tedesco.

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