LADISPOLI - Le parole del primo cittadino nei confronti di alcuni dipendenti comunali, durante l'ultima massima assise cittadina, per "giustificare" ritardi e inottemperanze da parte del palazzetto comunale (la perdita dei finanziamenti del Decreto Bellezza@ per il restyling di Torre Flavia e il mancato avvio del piano anti allagamento per i quartieri Miami e Cerreto chiuso in un cassetto ormai da quasi 10 anni) non sono piaciute ai consiglieri d'opposizione. «(Grando, ndr) - scrivono in una nota congiunta - non solo ha attribuito la responsabilità del problema a dipendenti comunali, ma ha insinuato che questi abbiano deliberatamente ostacolato il suo operato per motivi politici. Un’affermazione gravissima, che calpesta i diritti e la dignità dei lavoratori del Comune e insinua un clima di sospetto e intimidazione. Non contento, Grando ha tirato in ballo aspetti personali e familiari di persone del tutto estranee alla discussione, continuando una prassi ormai abituale di attacchi personali e allusioni che nulla hanno a che vedere con il confronto politico o amministrativo». «Il sindaco - proseguono i consiglieri - è responsabile del funzionamento dell’amministrazione: non è accettabile che si nasconda dietro accuse infamanti verso i dipendenti, addossando loro responsabilità politiche o amministrative. Questo atteggiamento rappresenta una fuga dalle proprie responsabilità istituzionali. I diritti e la dignità dei lavoratori sono intoccabili: accusare pubblicamente un dipendente di ostacolare l’amministrazione per motivi politici è un comportamento gravissimo e potenzialmente diffamatorio, che potrebbe configurare anche un abuso del proprio ruolo. È inaccettabile qualsiasi riferimento a questioni personali o familiari: tali comportamenti sono un attacco non solo alle persone coinvolte ma anche alle più basilari regole di rispetto e civiltà che devono caratterizzare un dibattito pubblico. Non permetteremo che il Comune di Ladispoli diventi teatro di accuse infamanti, intimidazioni e offese personali. Difenderemo con fermezza i diritti dei lavoratori e delle istituzioni contro questo stile di amministrazione fatto di attacchi personali, vittimismi e fughe dalle responsabilità».

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