CIVITAVECCHIA - Il tema dei rifiuti accende il dibattito politico a Civitavecchia, questa volta con un acceso scambio di opinioni sui social tra l’attuale assessore all’Ambiente, Stefano Giannini, e il suo predecessore, Manuel Magliani. Al centro della discussione, le dichiarazioni rilasciate da Giannini in consiglio comunale riguardo alla necessità di realizzare un impianto aerobico per il trattamento dell’umido, con l’obiettivo di chiudere il ciclo dei rifiuti e ridurre i costi della Tari per i cittadini.

Magliani ha criticato apertamente la posizione di Giannini, sostenendo che «queste dichiarazioni potrebbero essere usate in giudizio contro il Comune» e accusandolo di agevolare, indirettamente, la costruzione del contestato biodigestore anaerobico da 100.000 tonnellate, contro cui il territorio si sta battendo. «Così otterrai l’effetto di accelerare la costruzione del biodigestore», ha aggiunto l’ex assessore, sostenendo che i benefici economici prospettati siano poco realistici e che i costi di trasporto per l’umido non cambierebbero in modo significativo.

Giannini ha replicato con fermezza, accusando Magliani di incoerenza: «Nel tuo piano triennale delle opere era previsto lo stesso tipo di impianto di cui ho parlato in consiglio. Era una crisi mistica o ti eri dimenticato di averlo scritto?». L’assessore ha poi precisato che l’impianto previsto dall’amministrazione sarebbe di piccole dimensioni, destinato a servire esclusivamente Civitavecchia e senza emissioni, in totale antitesi con il grande biodigestore romano. «Spendiamo oltre un milione di euro all’anno per portare l’umido fuori città – ha spiegato Giannini – chiudere il ciclo qui significherebbe risparmiare quei soldi e, di conseguenza, ridurre la Tari».

Magliani ha concluso ribadendo che «un piccolo impianto non vedrà mai la luce, perché prevarrà quello autorizzato prima». Secondo l’ex assessore, attendere l’esito del giudizio sul biodigestore sarebbe stata la scelta più opportuna, evitando dichiarazioni «assolutamente dannose» per il Comune.

La discussione mette in evidenza il clima di tensione attorno al tema dei rifiuti, con il futuro della gestione ambientale che resta una delle questioni più divisive e brucianti per una città che negli anni ha rischiato troppe volte di vedersi piombare sulla testa altre servitù ambientali, in un momento critico come questo in cui il territorio guarda al phase out con preoccupazione e speranza per un futuro più green e diverso, un futuro fatto di turismo, commercio e progetti che non vadano a gravare sulla salute dei cittadini.

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