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CIVITAVECCHIA – «In una Aula Consiliare praticamente quasi deserta e sicuramente annoiata e priva di interesse, si è consumata “l’operazione propaganda” legata a quella che la maggioranza di destra che governa, ancora per poco, la nostra città, si ostina enfaticamente a chiamare la Provincia “Porta d’Italia”, quando sarebbe più onesto definire come Provincia di Fiumicino».
Inizia così un nota del circolo Pd di Civitavecchia a poche ore dal sì del consiglio comunale all’istituzione della provincia Porta d’Italia.
«Diremmo eventuale Provincia – continuano i dem – perché, come ottimamente spiegato da tutte le forze di opposizione, vi sono molti interrogativi in ordine alla sua fattibilità che non hanno trovato argomentate risposte. Il nostro Gruppo consiliare preoccupato di tutelare gli interessi della città, e non quelli legati alla prossima consultazione elettorale, ha giustamente votato contro una delibera, presentata e votata dalla maggioranza, costruita in maniera approssimativa, che si poggia su una normativa incerta e sabbiosa. Abbiamo ritenuto che si trattasse di un argomento estremamente serio che andava trattato senza una superficialità figlia di interessi elettorali fin troppo scoperti. Non pensiamo sia corretto grattare la pancia di una comunità che legittimamente aspira da anni ad assumere una dimensione di maggiore autonomia e prestigio amministrativo per puro opportunismo politico. Si dovrebbe dire la verità dal punto di vista della reale possibilità di realizzazione, delle risorse disponibili, degli incerti benefici che ne deriverebbero, e si dovrebbe allontanare il legittimo sospetto che attorno ad essa vi siano ragioni elettorali o, peggio, calcoli di riciclo di una classe politica in cerca di “poltroncine” da occupare. Pensiamo che in ordine alla questione se vi fosse, da parte della destra da cui origina il progetto, onestà intellettuale si dovrebbe convenire sulla proposta che abbiamo avanzato di lanciare una campagna di informazione in città perché si acquisisca piena consapevolezza, quindi promuovere un referendum per consentire ai cittadini di esprimersi e solo dopo votare delibere in Consiglio Comunale. Purtroppo – concludono -, con il senso di irresponsabilità e opportunismo che caratterizza sino alla fine questa Amministrazione, prendiamo atto che ancora una volta si è scelta una strada che potrebbe arrecare seri danni alle persone».