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«La grande economia ha esautorato la politica». Marco Rizzo, segretario nazionale di Democrazia Sovrana Popolare oggi, alla sala conferenze del Mini Palace Hotel, ha presenziato l’incontro per lanciare la candidatura alle elezioni europee del noto giornalista Giovanni Masotti, romano ma viterbese d’adozione. Insieme a loro anche Sante Lillo che ha organizzato l’incontro.
«Ora sono residente a Rovereto – ha detto Rizzo – e tradizionalmente qui si vota molto: per la prima volta siamo scesi sotto il 50% di affluenza alle ultime elezioni. La gente si lamenta che nulla cambia ed in parte ha ragione: quando Tajani, oggi a Viterbo ha accolto Elon Musk, privato cittadino, come un Capo di Stato, qualcosa non va, la politica è ormai emanazione della grande finanza internazionale. Potrei ricordare anche Trump che venne censurato da facebook: in quel caso un altro esponente delle grandi multinazionali esautorò un politico. Se fosse successo a Kennedy col New York Times il giorno dopo questo avrebbe chiuso. Così come il presunto cambiamento climatico: 50 milioni di anni fa è stato teorizzato che c’erano in media 8 gradi più di oggi ma dire cose di questo tipo può costarti caro. Il 70% dell’inquinamento nel mondo è prodotto dalle prime 100 multinazionali e l’incontro a Davos con l’arrivo dei grandi dell’economia si calcola che abbia prodotto l’inquinamento di 3,50 mila auto».
Democrazia Sovrana Popolare è nato nel gennaio scorso e si rivolge a chi «vive del proprio lavoro – ha precisato ancora Rizzo – e noi vogliamo un netto cambiamento di rotta. Ricordo ancora la frase di Draghi, quando era presidente Bce, per cui la politica italiana ha il pilota automatico perché fa quello che gli impone l’Europa. Noi nasciamo contro questo modo di concepire l’Europa. Vogliamo una logistica nazionale ed evitare che nel nostro Paese si debba pagare il 40% alle multinazionali. Sono figlio di un operaio di Mirafiori e la nostra politica vuole andare contro le multinazionali che eludono il fisco italiano e denunciare che i grandi marchi italiani hanno ormai tutti sede legale all’Estero. Dsp unisce la mia impostazione di origine marxista al popolarismo del presidente Francesco Toscano: il filo conduttore è la politica di chi lavora e il ceto medio, oggi quasi sparito, praticamente il 90% degli Italiani».
Giovanni Masotti, candidato alle Europee con Democrazia Sovrana Popolare, ha spiegato che «dopo avere creduto prima in Craxi e poi in Berlusconi mi ero avvicinato alle idee di Giorgia Meloni, che mi propose di candidarmi per lei alle Europee quando ero corrispondente da Mosca. Poi mi sono allontanato perché i tre quarti delle promesse elettorali non le ha mantenute. La presidente del Consiglio aveva promesso battaglia sui temi europei e ora si sta comportando come una popolare democristiana».
L’esperienza di Masotti a Dsp nasce «quando mi sono rivisto per caso con Marco Rizzo che fu l’unico esponente della sinistra, quando conducevo la trasmissione ‘Punto e a capo’ sulla Rai ad accettare il mio invito mentre il Pd mi boicottava». Masotti sa e dice chiaramente che «quella che affrontiamo è quasi una mission impossible: siamo presenti solo nella circoscrizione del centro Italia perché hanno bocciato il nostro ricorso dopo l’estromissione in altre aree mentre a Santoro, anche lui all’inizio non ammesso, poi hanno detto sì: sarà certamente presto un uomo alleato col Pd».