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Giulio Marini, eletto con Forza Italia-Udc-Fondazione, è entrato in consiglio comunale in corsa, a seguito delle dimissioni di Claudio Ubertini. E nel giro di pochi mesi si è trovato ad affrontare due mozioni di sfiducia nei confronti della sindaca Chiara Frontini. La prima, poi ‘abortita’ e non sottoscritta dal gruppo del Pd, in primavera a pochi giorni dal suo rientro nell’assise comunale.
«Quando ad aprile ho firmato la mozione di sfiducia, anche se negli ultimi due anni non sedevo in consiglio, non è che non avessi conoscenza dei fatti e dell’umore della gente. - sottolinea - Perché chi fa politica o si ritira a vita privata, e non ascolta più le esigenze dei cittadini, oppure le recepisce e cerca di dare un contributo per risolvere i problemi. Perciò quando ho firmato la sfiducia l’ho fatto coscientemente perché se le persone mi fermano e hanno il coraggio di esternare le loro posizioni si vede che già non ne possono più. E a fermarmi non erano solo i miei elettori storici ma cittadini che non conoscevo e che, evidentemente riconoscendomi ancora un ruolo, si lamentavano che le cose che l’amministrazione sta facendo sono contro di loro».
Come legge l’appello alla sfiducia di Panunzi, è un’intenzione reale o un avvertimento alla sindaca?
«Lui ha messo i puntini sulle i. Il suo messaggio, dato che è persona cosciente di quello che fa, è stato quello di dire: se ci sono i numeri sono pronto a mandare a casa la sindaca. Ha messo una pietra simbolica su questa amministrazione. È evidente che oggi i numeri non ci sono e quindi l’invito da rivolgere alla maggioranza è quello di evitare di continuare con questo tipo di amministrazione perché la città non ne può più. Oggi l’appello di Panunzi va preso sul serio e va trasmesso a chi sta governando la città. Questa è una pietra che Panunzi ha messo e ci ha messo anche la faccia».
Precedentemente però il Pd, così come Forza Italia, non aveva firmato, era il periodo in cui ballava l’accordo per la maggioranza in Provincia. Stavolta pensa che ci sia una reale intenzione di arrivare a sfiduciare la prima cittadina?
«Lo ha dichiarato Panunzi in autonomia, non è che qualcuno gli abbia chiesto di assumere tale atteggiamento. Come esponente politico di spicco del Pd, a cui fanno riferimento parecchi consiglieri comunali e provinciali, Panunzi ha espresso questa proposta e va presa in considerazione».
A proposito di proposte, che ne pensa di quella della Lega su una sorta di sfiducia ‘ridotta’ solo nei confronti degli assessori Franco e Notaristefano?
«Cambiando l’ordine degli addendi, il prodotto non cambia. Muovendo due assessori, il sentimento della gente verso questa amministrazione non cambia. A mio avviso poi per sfiduciare qualcuno vanno analizzate le motivazioni. Ma il decreto che assegna le deleghe è firmato dalla sindaca, quindi la responsabilità ricade sulla Frontini. Poi è vero che ci sono delle mancanze da parte degli assessori ma sono generalizzate, riguardano tutti i settori: non c’è un assessore che si salva in questa partita. Ed è una partita che vede responsabile la sindaca Frontini e se ne deve assumere le conseguenze. Il cambiamento di cui ha parlato per 10 anni è fallito».
Bisognerà attendere il consiglio comunale di domani per cercare di capire l’evolversi della situazione in merito alla mozione di sfiducia, stante al momento la mancanza dei numeri necessari.