Il sentimento di benevolenza mostrato dal Pd in consiglio comunale nei confronti della sindaca Chiara Frontini che aveva iniziato a palesarsi, casualmente, in vista delle elezioni provinciali sembra essere arrivato al capolinea. Almeno stando alle dichiarazioni del vice presidente del consiglio regionale Enrico Panunzi che, nel corso della Festa dell’Unità a Pianoscarano, ha dettato le nuove linee politiche alla sua compagine. La parola d’ordine ora è sfiduciare la prima cittadina.

Un accerchiamento che per l’inquilina di Palazzo dei Priori coincide anche con la maretta interna alla sua maggioranza, sempre meno granitica, e con le voci che si rincorrono su un possibile rimpasto della giunta a fronte dello scarso gradimento - per usare un eufemismo - di almeno un paio di assessori. E non solo da parte dell’opinione pubblica ma soprattutto da parte del gruppo che le garantisce di poter continuare a governare. Ma se l’eventualità di rimodulare l’esecutivo a metà mandato, come previsto all'epoca dell'insediamento, poteva essere elemento di equanimità nei confronti dei consiglieri rimasti fuori dalla prima tornata assessorile, adesso l’idea di possibili sostituzioni - con il conseguente ingresso di nuovi consiglieri, alcuni dei quali hanno già espresso la loro ‘abiura’ nei confronti della sindaca - potrebbe rivelarsi disastrosa in termini numerici per la tenuta dell’amministrazione.

Una questione molto delicata da affrontare in punta di piedi per la sindaca e che quasi certamente sarà affrontata nel prossimo incontro di maggioranza.

Ritiro che Frontini ha convocato nel fine settimana del 28 e 29 settembre. E in questo quadro già complicato si innesta l'appello di Panunzi, il quale dichiarando che il gruppo dem è pronto, per arrivare a dama chiama in causa la destra - e in particolare alcune forze che «con un accordo preventivo» hanno consentito alla sindaca di vincere le Comunali nel 2022 - esortando a trovare 3 consiglieri per raggiungere il numero necessario per la sfiducia.

Per mandare a casa la prima cittadina servono infatti le firme di 17 consiglieri.

Attualmente quelli che siedono sui banchi dell'opposizione sono 14, dopo l'arrivo degli ex di maggioranza Letizia Chiatti e Marco Bruzziches. A stretto giro è arrivata la replica del coordinatore comunale di Fratelli d’Italia Luigi Buzzi e della capogruppo a Palazzo dei Priori Laura Allegrini. I due esponenti meloniani condividono la proposta di sfiducia ma non risparmiano critiche su quella che definiscono «l’improvvisa voglia di opposizione» da parte del partito democratico.

«Il leader maximo del Pd nostrano, davanti a una piazza assai lontana per presenze da quelle de La Havana, - scrivono - ci indica la strada invitandoci a trovare i 3 consiglieri necessari a far cadere l’amministrazione guidata da Chiara Frontini. Condividiamo il proposito anche se il metodo e il merito fanno sorridere. Noi non ci siamo mai tirati indietro di fronte al dovere morale e politico di assumerci la responsabilità di governare coerentemente coi nostri principi la cosa pubblica. Anche e soprattutto quella viterbese. Al Pd, locale e non, questo stile è ignoto o quasi».

«In questi due anni - rimarcano - non abbiamo ascoltato una parola davvero contro l’amministrazione Frontini. In Provincia Pd e frontiniani vanno d’amore e d’accordo. Sulle questioni di fondo mai un dissenso, anzi. Da ultimo, sulle dichiarazioni di Silvio Franco in merito al Giubileo, l’unico partito a non aver aperto bocca è proprio il Pd».

«Eppure - annotano - l’ex assessore regionale Troncarelli in consiglio comunale siede. Così come il sempre solerte ex assessore comunale Alvaro Ricci che abitualmente pontifica su tutto tranne che sulle cose che contano: tra queste il futuro della città. I tempi risultano sospetti e non vorremmo che l’improvvisa voglia di opposizione non sia il frutto di qualche delusione legata al preannunciato rimpasto di giunta che forse lascerà qualcuno a bocca asciutta».

E in merito alla sfiducia affermano: «Siccome vogliamo guardare in avanti, e nel recente passato sappiamo tutti com’è andata, noi ci stiamo. Siamo pronti a fare tutto quanto necessario per porre fine a questo stillicidio quotidiano che Viterbo non merita. Ma a cominciare a cercare i consiglieri mancanti dovrebbe essere il Pd visto che il campo largo di cui fa parte ha esponenti di rilievo all’interno dell’attuale maggioranza. Con loro saremmo già a buon punto e almeno per una volta - concludono Buzzi e Allegrini - assisteremmo a un gesto di coerenza ed iniziativa politica di cui non abbiamo memoria. E con noi i viterbesi».