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Angelo Perfetti
FIUMICINO - Una sala gremita per un convegno, tenutosi a Fiumicino, dove è stata presentata con entusiasmo la proposta di creazione della nuova provincia “Porta d’Italia”. Un’iniziativa che abbraccerebbe circa 12 comuni, unendo aree costiere e interne in un progetto che punta a rilanciare l’area su più fronti: economico, culturale e sociale. Qualificato il tavolo dei relatori: oltre ad Agostino Prete, coordinatore del Comitato nuova provincia Porta d’Italia, erano presenti Mario Baccini, sindaco di Fiumicino, Roberto Severini, presidente del consiglio comunale, Enrico Michetti, presidente Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana, Giovanna Onorati, vicesindaco di Fiumicino e l’avvocato Riccardo Graziano. Da sottolineare la presenza in sala di tanti amministratori di altri Comuni del litorale (notata la presenza del sindaco di Tarquinia, Alessandro Giulivi), a testimoniare la condivisione di base dell’idea, e di molti consiglieri comunali e assessori di Fiumicino. Il sindaco di Fiumicino, Mario Baccini, ha esposto con vigore la visione dietro al progetto: «Non possiamo limitarci all’ordinaria amministrazione; dobbiamo osare per costruire il futuro». Ha inoltre sottolineato l’importanza di un’azione sinergica e non competitiva con Roma, evidenziando come la nuova provincia potrebbe diventare un modello di sviluppo e crescita demografica, grazie alla sua posizione strategica tra porti, aeroporto, e aree di interesse culturale e agricolo.
«Con un budget previsto di 80 milioni di euro per la sua realizzazione – ha spiegato Baccini – la nuova provincia “Porta d’Italia” si propone come una media entità territoriale, puntando sull’elezione diretta dei suoi organi». Baccini ha enfatizzato l’importanza di un investimento mirato non solo a soddisfare i bisogni attuali ma a puntare su un futuro sostenibile e inclusivo, valorizzando le ricchezze culturali e storiche del territorio, dall’impero romano alla civiltà etrusca». Roberto Severini, dal canto suo, ha spiegato come questo progetto tende a dare dignità ad ogni singolo comune partecipante, anche e soprattutto ai più piccoli.
Il progetto della nuova provincia “Porta d’Italia” si fonda su principi di sussidiarietà e solidarietà, valori che mirano a creare una comunità più coesa e supportiva. Il sindaco Mario Baccini ha sottolineato l’importanza di questi principi, descrivendoli come fondamentali per il successo del progetto. «Vivere in un sistema di sussidiarietà significa che ogni livello della società, dal singolo individuo alle istituzioni più grandi, ha un ruolo da giocare nel supportare gli altri - ha detto Baccini . E la solidarietà ci ricorda che siamo tutti parte di una comunità più ampia, condividendo responsabilità e benefici».
Il territorio interessato dalla proposta della nuova provincia è ricco di storia, con radici che si estendono fino alle culture imperiale ed etrusca. Questa eredità culturale non è solo un patrimonio da conservare, ma anche una risorsa preziosa su cui costruire il futuro. «Guardiamo alle nostre radici imperiali ed etrusche non per nostalgia, ma come fondamento su cui edificare il nostro domani - ha affermato Baccini. Questo legame con il passato sottolinea l’importanza di un approccio che valorizzi la cultura e la storia locale nel progetto di sviluppo».
Il sindaco ha inoltre chiarito che la proposta di creare una nuova provincia non è mossa da motivazioni ideologiche, ma da una valutazione pratica delle esigenze del territorio. «Non si tratta di una battaglia ideologica, ma di una necessità pratica, che possiamo affrontare solo ora», ha dichiarato». Questa visione pragmatica evidenzia il desiderio di rispondere a bisogni concreti della popolazione e del territorio, approfittando di un momento storico in cui le condizioni sono favorevoli. «Oggi il tempo è maturo per presentare questo progetto, che richiede una valutazione attenta e uno studio approfondito», ha concluso Baccini. La maturità del progetto indica che è stato raggiunto un punto in cui l’idea può essere seriamente considerata e valutata dal Parlamento e dalle altre istituzioni competenti. Questa fase di presentazione e valutazione sarà cruciale per determinare la fattibilità e le modalità di realizzazione della nuova provincia “Porta d’Italia”. Il progetto – una volta formalizzato dalla discussione nei Consigli comunali, come previsto dall’art. 133 della Costituzione, sarà presto sottoposto all’attenzione del Parlamento per la necessaria valutazione e approvazione. La proposta “Porta d’Italia” rappresenta un punto di svolta per il territorio, un’opportunità per rilanciare l’economia locale e migliorare la qualità della vita dei cittadini, promuovendo al contempo una maggiore coesione sociale e culturale.Fulcro dell’incontro, la relazione del prof. Enrico Michetti presidente della Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana, che ha evidenziato come il concetto di omogeneità sia fondamentale per il progetto della nuova provincia “Porta d’Italia”. Parlando di una «morfologia armonica», Michetti sottolinea l’importanza di un territorio coeso, dove non esiste una disparità marcata tra il comune principale e le periferie, ma piuttosto una logica di «protagonismo diffuso». Questa visione si contrappone al modello tradizionale di provincia, caratterizzato da un centro dominante a discapito delle aree limitrofe. L’’unicità della provincia “Porta d’Italia” viene ulteriormente sottolineata dalla sua capacità di rappresentare l’Italia, essendo la destinazione principale per un elevato numero di passeggeri ogni anno. Michetti propone che questa nuova entità territoriale porti il nome della nazione, simboleggiando così il suo ruolo centrale e la sua importanza strategica.
La proposta di Michetti prevede una decentralizzazione degli uffici e dei servizi, seguendo il baricentro abitativo del territorio. Questo approccio garantirebbe che strutture importanti come la Prefettura, l’Asl, un Ateneo, e altri organismi siano dislocati in maniera equa, rispecchiando le esigenze e la distribuzione della popolazione, e promuovendo una maggiore accessibilità ai servizi per tutti i cittadini. Michetti identifica tre requisiti essenziali per il successo del progetto: armonia, logica, e proporzionalità. Questi principi dovrebbero guidare ogni provvedimento relativo alla nuova provincia, assicurando che la struttura e le politiche adottate siano in linea con le esigenze del territorio e dei suoi abitanti, contrapponendosi all’eterogeneità dell’attuale assetto metropolitano.
L’istituzione della nuova provincia “Porta d’Italia” non solo promette un miglioramento della qualità della vita attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro e l’adozione di una politica univoca in ambiti cruciali come la gestione delle acque, ma prevede anche la realizzazione di un piano provinciale ambientale. Questo piano avrà il compito di definire le linee guida per la tutela e la valorizzazione del territorio, garantendo uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.